Incidente stradale e danno da perdita di capacità lavorativa

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INDICE – Incidente stradale e danno da perdita di capacità lavorativa

I dati

Conseguenze sulla capacità lavorativa e risarcimento danni

Perdita di capacità lavorativa, quali sono le leggi italiane

Come viene quantificato il risarcimento del danno per la perdita della capacità: tabelle e criteri

Prescrizione per la richiesta di risarcimento danni da perdita di capacità lavorativa

I dati

In Italia, gli incidenti stradali sono purtroppo una delle principali cause di morte e di lesioni gravi. Secondo i dati del 2020 dell’Istituto Superiore di Sanità, nel nostro Paese si sono verificati circa 157.000 incidenti stradali, con circa 2.800 morti e oltre 246.000 feriti.

Inoltre, il 2020 ha visto un aumento del 7% delle vittime della strada, rispetto all’anno precedente, nonostante il calo del traffico dovuto alla crisi pandemica. Si tratta di dati allarmanti che richiedono la continua attenzione e la promozione di politiche di sicurezza stradale efficaci.

Incidente stradale e danno da perdita di capacità lavorativa

Conseguenze sulla capacità lavorativa e risarcimento danni

Quando si verifica un incidente stradale che provoca lesioni ad una persona, è importante considerare anche le conseguenze sulla capacità lavorativa di quest’ultima.

È infatti possibile che le lesioni subite comportino una diminuzione della capacità lavorativa, con la conseguente perdita di future opportunità di lavoro e conseguentemente di guadagno. In questi casi le vittime di incidenti stradali hanno diritto a ottenere un risarcimento anche dei danni futuri e non solo di quelli subiti direttamente a causa dell’incidente.

Nel nostro ordinamento infatti è in vigore il principio di integralità del risarcimento, il quale prevede che il risarcimento debba coprire anche il mancato guadagno, così come riportato testualmente dall’art. 1223 del Codice Civile.

“Il risarcimento del danno per l’inadempimento o per il ritardo deve comprendere così la perdita subita dal creditore come il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta.”

Va specificato che questo principio può essere derogabile in alcuni casi specifici e previsti dalla legge. Il più importante dei quali è il caso del concorso di colpa di chi ha subito il danno, così come previsto dall’art. 1227 del Codice Civile. In questo caso l’entità del risarcimento, per quanto subito a causa dell’incidente, è diminuita in proporzione al grado di concorso di colpa della vittima.

Resta comunque valida la regola generale che la vittima di un torto abbia diritto a ottenere un risarcimento di quello che viene chiamato danno effettivo. Ciò prevede che chi subisce un danno debba ricevere né più né meno di quanto sia necessario a coprire gli effetti economici negativi causati da un illecito o un inadempimento. Quindi anche un danno futuro, come quello che va a incidere sulla capacità lavorativa della vittima di un incidente, andrà riconosciuto nei termini che i giudici riterranno opportuni.

Incidente stradale e danno da perdita di capacità lavorativa

Perdita di capacità lavorativa, quali sono le leggi italiane

Quando si parla di risarcimento danni a causa di perdita di capacità lavorativa si può fare riferimento a diversi articoli del Codice Civile e del Codice delle Assicurazioni Private.

Come abbiamo già visto, gli articoli 1223 CC, sul mancato guadagno, e 1227 CC, sul concorso di colpa, sono da tenere in considerazione. Ma questi non sono gli unici riferimenti normativi a cui prestare attenzione.

Siccome il danno da perdita di capacità lavorativa non è sempre facilmente calcolabile, l’articolo 1226 del Codice Civile  è molto importante in questi casi, esso infatti afferma testualmente che:

“Se il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare, è liquidato dal giudice con valutazione equitativa.“

Incidente stradale e danno da perdita di capacità lavorativa

Importante anche quanto afferma l’articolo 2056 del Codice Civile, il quale ci dice che:

“Il risarcimento dovuto al danneggiato si deve determinare secondo le disposizioni degli articoli 1223, 1226 e 1227.

Il lucro cessante è valutato dal giudice con equo apprezzamento delle circostanze del caso.”

E inoltre quanto è previsto dall’articolo 2057 del Codice Civile, il quale esplicita che:

“Quando il danno alle persone   ha   carattere   permanente   la liquidazione può essere fatta dal giudice, tenuto conto delle condizioni delle parti e della natura del danno, sotto forma di una rendita vitalizia. In tal caso il giudice dispone le opportune cautele.”

Come vediamo in questo articolo si fa esplicito riferimento anche alle possibili rendite vitalizie da garantire a chi ha subito un danno permanente. Questo comporta che una vittima di incidente stradale, che ha subito dei danni permanenti alla propria salute che gli impediscono di continuare la propria attività lavorativa e quindi di ottenere un guadagno da quest’ultima, ha diritto a ottenere una rendita vitalizia a ristoro di quanto subito. In tal senso saranno i giudici a decidere nel merito.

Da ultimo, ma non per importanza, teniamo a menzionare anche l’articolo 137 del Codice delle Assicurazioni Private  (d.lgs 209/2005). Al suo interno si parla esplicitamente della lesione da perdita della capacità lavorativa. Nel suddetto articolo si trovano anche indicazioni specifiche su quanto incida l’inabilità temporanea o l’invalidità permanente sul reddito derivato dal lavoro, sia esso autonomo o dipendente. 

Come calcolare il risarcimento del danno da perdita della capacità lavorativa dopo incidente stradale

Dopo aver stabilito il grado di invalidità permanente e la perdita della capacità lavorativa specifica, il risarcimento del danno viene quantificato in base a tabelle e criteri definiti dalla giurisprudenza italiana.

In particolare, i giudici utilizzano le tabelle del Tribunale di Milano e quelle del Tribunale di Roma per determinare l’ammontare del risarcimento del danno. In merito al danno economico derivante dalla perdita della capacità lavorativa specifica, il risarcimento è calcolato sulla base dell’ultimo stipendio mensile ricevuto dalla vittima prima dell’incidente. L’importo può essere equamente incrementato per considerare i probabili aumenti futuri. Inoltre, se la vittima non può più lavorare a causa delle lesioni subite in un incidente stradale, il risarcimento del danno deve essere commisurato alla sua effettiva capacità di guadagno residua.

In più, tenendo conto dell’età dell’individuo al momento dell’incidente, viene decurtata una percentuale specifica per il gap tra l’aspettativa di vita e l’aspettativa di vita lavorativa. Queste valutazioni sono effettuate sulla base della normativa vigente in Italia in materia di risarcimento del danno.

Il punto di partenza del calcolo è quindi il salario perduto. La compensazione deve essere commisurata alla continua capacità dell’individuo di guadagnare in futuro.

La giurisprudenza ci dice infatti che se la compensazione fosse calcolata solo sulla base della perdita di stipendio, senza considerare la rimanente capacità di guadagno dell’individuo, si correrebbe il rischio di assegnare un importo ingiustificato equivalente all’intero stipendio perso. Anche se la persona non può più svolgere alcuna attività lavorativa.

Prescrizione per la richiesta di risarcimento danni da perdita di capacità lavorativa

In Italia la legge prevede che ci sia un limite temporale all’interno del quale si abbia diritto a far valere le proprie ragioni e chiedere di ottenere un risarcimento danni. Questo limite temporale si definisce prescrizione, nel caso degli incidenti stradali la legge prevede che i termini di prescrizione siano di due anni dalla data del sinistro.

È quindi importante ricordare che, se si vuole ottenere un risarcimento per le lesioni subite in un incidente stradale, è necessario agire tempestivamente.

A disciplinare la prescrizione è l’articolo 2947 del Codice Civile, il quale afferma testualmente anche che “se il fatto è considerato dalla legge come reato e per il reato è stabilita una prescrizione più lunga, questa si applica anche all’azione civile.”

Questo vuol dire che, se nell’incidente stradale preso in esame dovessero esserci delle responsabilità penali nei confronti di chi ha causato l’incidente, le tempistiche di prescrizione si adatterebbero a quelle previste dal Codice Penale in base allo specifico reato individuato. Quindi, i termini non saranno più di due anni come stabilito dal Codice Civile, ma si adatteranno a quanto prevede il Codice Penale in base ai reati specifici che verranno contestati al responsabile dell’incidente stradale.

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