Come intraprendere un’azione legale per malasanità

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INDICE – Come intraprendere un’azione legale per malasanità

Malasanità, i dati e come difendersi

Chi può rivalersi sulla struttura sanitaria?

Qual è il tribunale competente e cosa prevede la legge?

Come intraprendere una causa per malasanità contro una struttura sanitaria?

Come dimostrare i danni da malasanità e quando presentare denuncia?

Prescrizione: le tempistiche per chiedere risarcimento danni per malasanità

Malasanità, i dati e come difendersi

In Italia, ogni anno, sono numerose le persone che subiscono danni a causa di errori medici commessi in cliniche e ospedali. Secondo l’Istat, in Italia ci sono più di 1.295 strutture sanitarie, di cui circa la metà pubbliche e l’altra metà private, molte delle quali hanno meno di 100 posti letto. Tali numeri si assottigliano soprattutto nelle zone meno agiate del Paese.

Le statistiche relative agli episodi di malasanità sono incomplete e spesso parziali. Tuttavia, si stima che ogni anno si verifichino oltre trentamila casi di malasanità in Italia. Questi dati evidenziano la necessità di una maggiore attenzione alla qualità dei servizi sanitari e alla tutela dei diritti dei pazienti.

Di fronte a situazioni di possibili casi di malasanità, molte persone decidono di intraprendere un’azione legale contro le strutture o i sanitari coinvolti per ottenere un risarcimento dei danni subiti. Per farlo, è essenziale munirsi di una perizia medico-legale di parte che dimostri l’entità dei danni e il nesso causale tra il caso di malasanità e gli stessi danni subiti.

Anche se può sembrare un percorso difficile e lungo, l’azione legale è spesso l’unica possibilità per ottenere giustizia e un adeguato risarcimento per quanto patito.

Chi può rivalersi sulla struttura sanitaria?

Possono agire legalmente contro la struttura sanitaria coloro che hanno subito un danno alla propria salute a causa della negligenza, imprudenza o imperizia del personale sanitario e/o della struttura sanitaria stessa. Se il paziente interessato dal caso di malasanità fosse deceduto, possono agire in giudizio i suoi parenti più prossimi, come il coniuge, i figli ed i genitori. A questi ultimi spetterà anche il risarcimento del cosiddetto danno parentale per la perdita della relazione affettiva con la vittima.

Innanzitutto, è necessario sapere che si può agire sia a livello penale, con una denuncia o una querela, che in sede civile. Nel secondo caso, se la responsabilità della struttura o del personale sanitario sarà accertata, si otterrà il risarcimento dei danni subiti.

Come intraprendere un’azione legale per malasanità

Il risarcimento sarà legato sia ai danni fisici, quindi quelli correlati direttamente all’errore dei sanitari, che a quelli economici. Per esempio, le spese delle cure mediche affrontate o le perdite economiche derivate dall’impossibilità di svolgere il proprio lavoro. In tutti i casi, occorre provare la natura e l’entità dei danni riportati in conseguenza dell’episodio di malasanità e il nesso causale tra la malattia (o la morte) e la condotta sbagliata del personale medico.

Va fin da subito specificato che, per poter dimostrare un caso di malasanità, è necessario che sia un medico a accertare che vi sia stato un errore da parte dei sanitari coinvolti. Solitamente la figura che si occupa di questo tipo di accertamenti è il medico legale. L’avvocato al quale ci si rivolge per ottenere giustizia collaborerà a stretto contatto con il medico legale. Solo se quest’ultimo accerterà che esistono i presupposti allora si procederà nel tutelare i diritti delle persone coinvolte nel presunto caso di malasanità.

Come intraprendere un’azione legale per malasanità

Qual è il tribunale competente e cosa prevede la legge?

Chi si reca presso una clinica per ricevere prestazioni sanitarie è come se stipulasse un contratto con la struttura che rende applicabile il “foro del consumatore”. Secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 206 del 2005, nelle controversie tra un consumatore e un professionista, la competenza del territorio spetta al giudice del luogo in cui il consumatore ha la propria residenza o proprio domicilio elettivo. Pertanto, è possibile instaurare la causa nel tribunale del luogo di residenza del danneggiato anche per le cliniche private e convenzionate o meno con il Servizio sanitario nazionale, quando operano in regime privatistico.

Il Codice Civile italiano prevede l’obbligo per il medico di fornire una prestazione professionale diligente e corretta, nonché la responsabilità del sanitario per le lesioni causate al paziente in caso di negligenza, imprudenza o imperizia. A regolamentare queste situazioni a livello normativo è la Legge 24 marzo 2017, n. 24, nota come “legge Gelli-Bianco”. Tale legge ha introdotto importanti novità nel campo della responsabilità sanitaria che vi consigliamo di approfondire tramite la seguente guida sulla malasanità.

Come intraprendere una causa per malasanità contro una struttura sanitaria?

Se si è subito un danno durante un ricovero in una struttura sanitaria, si può intraprendere una causa contro la struttura per ottenere un risarcimento dei danni subiti. Ecco come procedere:

1. Contattare un avvocato con esperienza in diritto sanitario per ottenere assistenza legale.

2. L’avvocato invierà una lettera di diffida alla struttura sanitaria, esponendo i danni subiti dal paziente e chiedendo il relativo risarcimento.

3. Se la struttura ammette la responsabilità, si può instaurare una trattativa per definire l’ammontare della somma da riconoscere al danneggiato. Altrimenti, è necessario avviare una causa civile.

Come intraprendere un’azione legale per malasanità

4. È obbligatorio fare un tentativo di mediazione, rivolgendosi agli appositi organi per cercare una possibile conciliazione. In caso contrario, la causa sarebbe tecnicamente improcedibile.

5. Talvolta, in mediazione o nella negoziazione assistita, si riesce a trovare una soluzione vantaggiosa e si raggiunge un accordo sull’entità dei danni da pagare. Altrimenti, la causa inizia con la fase istruttoria.

6. Nell’istruttoria, il giudice disporrà un’apposita consulenza tecnica medico-legale incaricando un esperto per stabilire l’entità delle lesioni, la sussistenza di una colpa professionale dei sanitari e il nesso di causalità tra la colpa medica e i danni prodotti.

7. Il termine di prescrizione oltre il quale non si può più esercitare l’azione risarcitoria è solitamente di dieci anni. Decorrono dal momento in cui il danno si è manifestato ed è stato percepito dal paziente.

È importante tenere presente che la perizia medico-legale di parte può essere di grande aiuto per dimostrare l’entità dei danni subiti e il nesso causale tra la malasanità e i danni stessi. Inoltre, è fondamentale avere l’assistenza di un avvocato che guidi la vittima o gli eredi attraverso le varie fasi del processo legale.

Come dimostrare i danni da malasanità e quando presentare denuncia?

Per dimostrare i danni subiti a causa di un episodio di malasanità, è consigliabile munirsi di una perizia medico-legale di parte. Questa evidenzierà la tipologia e l’entità delle lesioni subite, l’eventuale errore medico compiuto e il nesso causale tra l’azione o l’omissione compiuta dai medici e la patologia che ne è derivata.

La Ctu disposta dal giudice non può sopperire le lacune probatorie delle parti. E’ quindi essenziale che la parte lesa si munisca di una propria perizia medico-legale di parte, insieme ai certificati medici, alle cartelle cliniche del ricovero e alla ulteriore documentazione relativa alla degenza ed alle cure ricevute.

Inoltre, occorre dimostrare il nesso causale, ovvero il collegamento tra l’azione o l’omissione compiuta dai medici e la patologia che ne è derivata. In questo modo si dimostrerà il legame di causa-effetto tra la condotta di malasanità e i danni che ne sono derivati.

In caso di malasanità che integra un’ipotesi di reato, come l’omicidio colposo o le lesioni colpose, il danneggiato o i suoi prossimi congiunti, se egli non è più in vita, potranno presentare denuncia o querela.

Se l’errore medico ha provocato la morte del paziente, è sufficiente sporgere una denuncia alle autorità competenti, perché il delitto di omicidio colposo è perseguibile d’ufficio.

Nel caso di lesioni personali colpose, invece, la vittima deve presentare una querela alle medesime autorità, entro tre mesi dal momento in cui ha avuto notizia del reato.

Prescrizione: le tempistiche per chiedere risarcimento danni per malasanità

Quando ci si riferisce alla prescrizione si parla del tempo che una persona ha a sua disposizione al fine di far valere in giudizio il proprio diritto di richiedere un risarcimento danni. Per questo, una volta che saranno scaduti i termini temporali fissati dalla legge, il diritto si intenderà come prescritto: cioè non sarà più possibile presentare davanti a un giudice pretese di risarcimento danni.

Per riuscire a sapere quali sono le tempistiche dei termini di prescrizione è fondamentale fare riferimento alla natura contrattuale o a quella extracontrattuale delle responsabilità che possono essere imputate al personale o alla struttura sanitaria coinvolti.

Come intraprendere un’azione legale per malasanità

Se si dovesse trattare di una responsabilità contrattuale, i termini di prescrizione saranno di 10 anni, così come afferma esplicitamente l’art. 2946 del Codice Civile:

“Salvo i casi in cui la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione con il decorso di dieci anni.”

Per quanto concerne la responsabilità extracontrattuale le tempistiche per i termini di prescrizione sono invece di 5 anni. Così come è stabilito dall’articolo 2947 del Codice Civile, il quale al suo primo comma, afferma infatti che:

“Il diritto al risarcimento del danno derivante da fatto illecito si prescrive in 5 anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.”

Sulla natura contrattuale o extracontrattuale della responsabilità medica si può ritenere che il diritto di far valere le proprie ragioni in sede civile, al fine di vedersi riconoscere un risarcimento dei danni patiti in seguito a un caso di malasanità si prescriva, di norma, in 10 anni.

Una questione che è invece più controversa è quella che riguarda il momento dal quale far decorrere il termine decennale di prescrizione.

La questione della prescrizione dei danni da responsabilità medica è complessa e si dirama essenzialmente intorno a due diverse tesi. La prima tesi è che il termine di prescrizione decorre dal compimento dell’atto lesivo da parte del professionista, e quindi da quando il medico ha compiuto un errore nello svolgimento del suo lavoro. La seconda tesi, invece, è che la decorrenza della prescrizione si ha dal momento in cui il paziente poteva avere consapevolezza del danno subito, quindi dalla manifestazione all’esterno del danno.

La tesi più accreditata dalla recente giurisprudenza è la seconda, secondo cui il termine di prescrizione decorre dal momento in cui il paziente poteva avere consapevolezza del danno subito. Questo perché il paziente deve essere in grado di agire in giudizio per chiedere il risarcimento del danno, e questo è possibile solo se il paziente è a conoscenza del danno.

Come intraprendere un’azione legale per malasanità

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