Rendita vitalizia per invalidità permanente: cos’è e come ottenerla

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INDICE – Rendita vitalizia per invalidità permanente: cos’è e come ottenerla

Introduzione

Rendita per invalidità permanente: quando spetta?

Capitalizzazione della rendita: come calcolare l’ammontare?

Rendita vitalizia: come viene determinato l’importo?

L’importo della rendita vitalizia andrà adeguato nel tempo

I tempi di prescrizione per richiedere una rendita vitalizia per invalidità permanente

Rendita vitalizia per invalidità permanente: cos'è e come ottenerla

Introduzione

Quando si subisce un infortunio grave, le conseguenze possono essere permanenti e molto serie. Le lesioni e le menomazioni che ne derivano possono impedire al danneggiato di lavorare e di svolgere in modo autonomo le proprie attività quotidiane. In questi casi il risarcimento dei danni subiti può prevedere una rendita per invalidità permanente, la quale ha lo scopo di compensare economicamente queste tristi situazioni.

È importante sottolineare che la rendita per invalidità permanente è una forma di risarcimento particolare che può essere utilizzata su scelta specifica del giudice che si occuperà del caso in oggetto. Questa rendita viene calcolata in base alla percentuale di invalidità riconosciuta e viene erogata in forma vitalizia, ma anche per un periodo determinato.

Rendita per invalidità permanente: quando spetta?

Quando una persona subisce un infortunio che gli causa un’invalidità permanente, sia a causa di un incidente stradale, piuttosto che di un infortunio sul lavoro o di un caso di malasanità, questa persona può avere diritto ad una rendita per invalidità permanente. Tuttavia, non sempre è facile capire quando spetta questo tipo di risarcimento e come richiederlo.

In generale, la rendita per invalidità permanente viene riconosciuta quando l’infortunio o la malattia causano una riduzione permanente della capacità lavorativa e/o dell’autonomia nella vita della persona coinvolta. Questa riduzione viene valutata in base alla percentuale di invalidità riconosciuta.

Rendita vitalizia per invalidità permanente: cos'è e come ottenerla

Sempre in linea generale, in caso si sia subito un danno biologico, cioè delle lesioni o delle menomazioni alla salute psicofisica di una persona, la vittima ha diritto a ottenere un risarcimento dei danni subiti. Il risarcimento può essere richiesto in forma di rendita vitalizia o di risarcimento immediato. La scelta tra le due forme di risarcimento spetta al giudice, che valuterà il caso specifico e le esigenze della vittima.

Esistono diversi fattori che possono influenzare la scelta del giudice riguardo all’entità e la modalità del risarcimento, come ad esempio l’età della vittima, le sue esigenze economiche, le ripercussioni negative sulla sua salute psicofisica e la natura del danno. Per esempio, un bambino infortunato potrebbe preferire una rendita, mentre un uomo anziano potrebbe voler ottenere subito l’intera somma per goderne nel numero inferiore di anni che gli restano da vivere.

Quando parliamo di danno biologico ci riferiamo a un danno grave che può avere ripercussioni negative sulla vita della vittima per tutta la sua durata. È quindi importante che il risarcimento sia adeguato al danno subito e che sia erogato in modo da garantire alla vittima la migliore qualità di vita possibile.

Rendita vitalizia per invalidità permanente: cos'è e come ottenerla

Capitalizzazione della rendita: come calcolare l’ammontare?

La capitalizzazione della rendita è una soluzione possibile per il risarcimento di danni che comportano un’invalidità permanente. Tuttavia, calcolare l’ammontare della rendita può essere un problema complesso, poiché non esistono criteri univoci per la quantificazione della cifra spettante al danneggiato.

La rendita dovrebbe ristorare sia i pregiudizi di carattere patrimoniale, come le spese mediche sostenute e i redditi persi per gli anni futuri, sia i danni di natura non patrimoniale, come il danno biologico. Quest’ultimo è particolarmente difficile da quantificare, poiché è legato alla lesione della salute che, essendo permanente, durerà per tutta la vita del danneggiato.

Come detto, il danno biologico è un danno non patrimoniale, ovvero un danno che non può essere valutato in denaro in modo preciso. Viene infatti risarcito attraverso una somma di denaro riconosciuta in compensazione del pregiudizio subito dalla persona danneggiata. Se l’ammontare del danno non può essere provato in modo preciso, la sua entità verrà calcolata in forma equitativa. Il giudice cioè determinerà il risarcimento in base al suo prudente apprezzamento. Così come previsto dalla legge con  l’Art. 1226 Cod. civile:

“Se il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare, è liquidato dal giudice con valutazione equitativa.”

Rendita vitalizia per invalidità permanente: cos’è e come ottenerla

Per determinare il valore esatto del risarcimento, la giurisprudenza utilizza apposite tabelle di calcolo. Le più utilizzate e comunemente riconosciute sono quelle elaborate dall’Osservatorio della giustizia civile del Tribunale di Milano o le tabelle del Tribunale di Roma. Queste tengono conto di svariati parametri, tra i quali l’età della vittima e la sua aspettativa di vita residua.

Questo perché, come già detto, a una maggiore aspettativa di vita deve corrispondere un maggiore ristoro economico. Ovvero un risarcimento più elevato per chi dovrà convivere per molti anni con le menomazioni riportate. Infatti, gli stessi punti di invalidità riscontrati sono conteggiati tramite un valore diverso per un giovane o per un anziano. Ad esempio, in caso di incidente stradale con vittime giovani, il risarcimento danni può essere aumentato considerevolmente rispetto agli adulti.

Il risarcimento del danno biologico è un diritto fondamentale della persona danneggiata. È importante, quindi, che il risarcimento sia adeguato al danno subito e che sia erogato in modo da garantire alla vittima la migliore qualità di vita possibile.

Rendita vitalizia: come viene determinato l’importo?

La rendita vitalizia costituisce una modalità di risarcimento per il danno biologico che provoca un’invalidità permanente, mediante la quale viene fornita una somma di denaro periodica al danneggiato per tutta la durata della sua vita.

Come abbiamo visto, il giudice potrà calcolare l’ammontare dell’importo della rendita vitalizia in forma equitativa. Il calcolo sarà fatto seguendo le tabelle dei Tribunali di Roma e Milano.

Le tabelle più aggiornate mirano a stabilire un equilibrio sostanziale tra la rendita vitalizia e l’importo da liquidare in un’unica soluzione al danneggiato, al fine di evitare perdite o squilibri. Per fare ciò, si basano su formule matematiche per calcolare il valore attuale, ovvero la capitalizzazione attualizzata al giorno d’oggi, di una futura rendita che dovrà essere erogata per tutta la vita del danneggiato o per un lungo periodo predeterminato (ad esempio, fino al raggiungimento dell’età pensionabile, quando potrebbero intervenire altre forme di sostegno economico).

Rendita vitalizia per invalidità permanente: cos’è e come ottenerla

La formula matematica per il calcolo del valore attuale è integrata con una formula statistica che considera l’aspettativa di vita del beneficiario, tenendo conto delle probabilità di sopravvivenza per un determinato numero di anni, basate sulle tavole di mortalità elaborate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) riguardanti la popolazione italiana. Questo approccio permette di adeguare la rendita in modo più accurato e personalizzato, tenendo conto della durata prevista della vita del danneggiato sulla base di dati statistici attendibili.

Nonostante la rendita vitalizia sia contemplata dalla legge italiana, tale forma di compensazione ha avuto tendenzialmente una limitata applicazione pratica nei tribunali italiani, poiché molti danneggiati preferiscono ricevere l’intero importo in un’unica soluzione.

Tuttavia, la rendita vitalizia può dimostrarsi particolarmente utile in situazioni di grave danno biologico, soprattutto quando queste coinvolgono vittime molto giovani. In tali casi, un risarcimento integrale e immediato potrebbe risultare insufficiente e poco opportuno. Alcuni giudici hanno anche adottato un approccio intermedio, dividendo il danno biologico in una parte liquidata in un’unica soluzione e una parte attribuita sotto forma di rendita vitalizia. Nel corso degli anni, la giurisprudenza ha gradualmente orientato la sua posizione verso la possibilità per il giudice del merito di stabilire un risarcimento tramite rendita vitalizia. Tuttavia, è fondamentale che l’importo riconosciuto sia adeguato per tutta la durata della vita del beneficiario. Ad esempio, nel caso di un bambino piccolo che abbia subito danni permanenti, è essenziale verificare che il coefficiente di capitalizzazione della rendita sia adeguato alla sua giovane età e risulti progressivo, considerando le maggiori esigenze personali dovute alla crescita e allo sviluppo.

L’importo della rendita vitalizia andrà adeguato nel tempo

L’importo di una rendita vitalizia può essere adeguato periodicamente sulla base di un tasso di interesse, definito “dinamico”, che è variabile e può essere rivalutato periodicamente. Questo tasso di interesse è simile a quello applicato agli investimenti nei mercati finanziari.

L’inflazione annua (misurata dall’Istat in base ad appositi indici dei prezzi al consumo per le famiglie di impiegati ed operai) deve anche essere presa in considerazione nel calcolo di adeguamento della rendita, perché altrimenti si verificherebbe una perdita di potere di acquisto.

Il giudice, nella liquidazione del danno in forma di rendita, dovrà tenere conto anche di questi fattori. Altrimenti la quantificazione sarebbe incompleta e insufficiente.

Ecco alcuni esempi di come l’importo di una rendita vitalizia può essere adeguato periodicamente.

  • Se il tasso di interesse è del 2%, l’importo della rendita sarà aumentato del 2% ogni anno.
  • Se l’inflazione è del 3%, l’importo della rendita sarà aumentato del 1% ogni anno.

L’adeguamento dell’importo della rendita vitalizia è importante per garantire che la vittima del danno sia in grado di mantenere il suo tenore di vita nel corso degli anni.

I tempi di prescrizione per richiedere una rendita vitalizia per invalidità permanente

La prescrizione in Italia è disciplinata dall’articolo 2946 del Codice Civile. L’articolo 2946 stabilisce che i diritti si estinguono per prescrizione nel termine di dieci anni, a meno che la legge disponga diversamente.

I casi di risarcimento danni sono un’eccezione a questa regola e vengono regolati dall’articolo 2947 del Codice Civile. Quest’ultimo stabilisce che il diritto al risarcimento del danno derivante da fatto illecito si prescrive entro cinque anni dalla data in cui il fatto si è verificato. Nel caso di danni prodotti dalla circolazione di veicoli di qualsiasi tipo, il diritto al risarcimento si prescrive invece entro due anni.

Tuttavia, l’articolo 2947 specifica anche che se il fatto illecito è considerato un reato secondo quanto prevede il Codice Penale. Per tale reato è prevista una prescrizione più lunga, questa prescrizione più estesa si applicherà anche all’azione civile per il risarcimento danni.

Pertanto, nel caso in cui sorga una responsabilità penale per il fatto che ha causato il danno, i termini di prescrizione per l’azione civile si adatteranno a quanto previsto dalle norme del Codice Penale in base ai reati specifici contestati al responsabile. In tali casi, i termini di prescrizione non si limiterebbero ai 5 o 2 anni stabiliti dal Codice Civile, ma seguirebbero le disposizioni del Codice Penale per i reati specifici coinvolti.

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