ChatGPT sospeso per tutelare i minori e la privacy. Ma su Tik-Tok e altri social ancora nessun provvedimento.
Il Garante della Privacy italiano costringe ChatGPT a bloccarsi con effetto immediato per evitare una multa milionaria. Eppure lo stesso Garante permette a Tik-Tok di operare permettendo a chiunque di diffondere informazioni la cui correttezza e oggettività sono a dir poco discutibili, trattandosi per di più di una piattaforma, tra le tante, in cui gli algoritmi di machine learning macinano i dati relativi a utenti per veicolare contenuti a miliardi di persone, compresi minori e adolescenti.
Le accuse più gravi è la mancanza, nonostante le regole pubblicate sul servizio rivolto ai maggiori di 13 anni, di qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti, il ché esporrebbe i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza. Intanto Open AI, la società statunitense proprietaria di ChatGPT, ha annunciato con un avvisto agli abbonati che entrano nella App di volersi adeguare alle leggi italiane sulla privacy.
Sappiamo che sono in corso indagini anche su Tik-Tok e piattaforme simili, ma queste indagini procedono molto più lentamente e non si sono mai tradotte in multe simili per entità e gravità a quella minacciata a OpenAI.
È lecito chiedersi le ragioni di tanto zelo. Non sarà che le iniziative di privati come Elon Musk e altri tycoon sono più importanti di qualsiasi presunta violazione della privacy? Abbiamo ragione di pensare che dietro la volontà di interrompere lo sviluppo di piattaforme di IA generativa ci siano interessi non istituzionali ma personali di magnati che vogliono solo loro sfruttare tale miracolo tecnologico. Con tutto il dovuto rispetto per la nostra Autorità Garante della Protezione dei dati Personali e la sua dichiarata indipendenza è lecito avere questo dubbio.
Milano, 1 aprile 2023
Avv. Giovanni Bonomo – A.L. Chief Innovation Office
