Il reato di stalking è caratterizzato dalla ripetizione nel tempo di condotte persecutorie che hanno un impatto significativo sulla vittima. Stalking lo stato ansioso deve essere diretto effetto dell’agire persecutorio. Per provare il nesso causale tra l’agire dell’autore e gli elementi costitutivi del reato, è fondamentale fornire prove concrete e specifiche, evidenziando i cambiamenti nelle abitudini di vita della vittima come conseguenza diretta dell’agire persecutorio.
Per leggere l’intera intervista all’Avv. Cinzia Pani di A.L. Assistenza Legale – Arcore su ntplusdiritto de Il Sole 24 Ore clicca qui.
La prova del nesso deve essere condotta con attenzione, soprattutto nel dimostrare che la vittima già soffriva di ansia e depressione prima dell’inizio delle condotte incriminate.
La sintomatologia ansiosa deve manifestarsi in modo acuto come diretta conseguenza dell’agire persecutorio per costituire una prova rilevante (Cass. pen., sez. V, n. 18455/2022).
Stalking, lo stato ansioso deve essere diretto effetto dell’agire persecutorio.
La Corte di Cassazione ha chiarito che, per dimostrare l’elemento psicologico del reato di stalking, è necessaria la presenza di un dolo unitario che gradualmente si manifesta con eventi concreti (Cass. pen., sez. V, n. 28340/2022). Questo sottolinea l’importanza di fornire prove solide nel processo giudiziario per far valere le conseguenze psicologiche dell’agire persecutorio nello stalking.
Se sei vittima di stalking, è fondamentale cercare assistenza legale specializzata per tutelare i tuoi diritti e ottenere giustizia. Gli avvocati esperti in casi di stalking possono aiutarti a navigare nel complesso sistema legale, raccogliere prove, presentare denunce e richiedere misure di protezione.
Non sottovalutare l’importanza di documentare gli effetti psicologici dell’agire persecutorio, come l’ansia e il turbamento, per sostenere il tuo caso. La consulenza legale può fornire il supporto necessario.
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