Equità di genere nella relazione coniugale e genitoriale

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L’evoluzione della società e la progressione legislativa in materia di parità di genere sono questioni sempre più rilevanti. Questo confronto trova spazio nella collettività, nell’ambito lavorativo e all’interno dei nuclei familiari, sia per quanto riguarda la relazione matrimoniale che quella genitoriale.

Per leggere l’intero articolo a firma dell’avv. Barbara Spinella, del Dipartimento Famiglia di A.L. Assistenza Legale su Norme & Tributi Plus de IlSole24Ore clicca qui.

Come sancito dall’articolo 29 della Costituzione, la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come una società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è basato sull’eguaglianza morale e giuridica tra i coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge per garantire l’unità familiare.

Già al momento della sua promulgazione nel 1948, la Costituzione italiana si poneva all’avanguardia nel riconoscere la parità di genere tra marito e moglie come un diritto costituzionale.

Equità di genere nella relazione coniugale e genitoriale

Tuttavia, il legislatore non era ancora pronto ad accettare tale uguaglianza, poiché la società stessa non era pronta ad abbracciare questa concezione di parità.

Fino alla riforma del diritto di famiglia del 1975, non esistevano ruoli equivalenti tra marito e moglie, né tra padre e madre.

In quel contesto, era in vigore il concetto di “potestà maritale”, secondo il quale l’uomo assumeva un ruolo predominante all’interno della famiglia, oltre a detenere la patria potestà sui figli. La potestà maritale riguardava vari aspetti della vita matrimoniale, tra cui il diritto della moglie di stipulare contratti in autonomia, intentare cause e amministrare beni, nonché il suo ruolo nell’educazione dei figli, nella scelta del domicilio, nel lavoro e nella scelta del cognome coniugale.

La riforma del diritto di famiglia del 1975 ha segnato un punto di svolta importante nella promozione dell’uguaglianza di genere e nella ridefinizione dei ruoli all’interno del matrimonio e della famiglia. Questa evoluzione legislativa ha aperto la strada a una maggiore parità tra uomini e donne. Ciò ha consentito una partecipazione più equilibrata e condivisa nella gestione delle responsabilità familiari.

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