Caduto dal tetto della piscina, chiesti quasi 12 milioni di risarcimento danni

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caduto dal tettoNel 2012 un adolescente è caduto dal tetto della piscina comunale di Mira, rimanendo tetraplegico, chiesti quasi 12 milioni di risarcimento danni. Parti civili anche genitori e fratello. Rinviati a giudizio in sette, compreso il sindaco.

La sera del 20 luglio 2012 il giovane, che all’epoca aveva appena 13 anni, aveva scavalcato un muretto con un paio di amici ed era salito sul tetto della piscina di Mira. Prassi comune a quanto pare, dato che durante l’estate già altri ragazzi erano stati visti salire in cima all’edificio, che secondo l’accusa avrebbe dovuto essere meglio recintato, visti i lavori in corso. Il giovane mise un piede su un lucernario ed è caduto dal tetto della struttura. Dopo l’incidente rimase tetraplegico e bisognoso di cure continue. Invalido al cento per cento. Di fronte al Giudice, gli avvocati hanno ora chiesto 8 milioni di risarcimento danni per il ragazzo caduto dal tetto e ulteriori 3 milioni di risarcimento danni per la sua famiglia, ovvero le ulteriori parti offese: la madre, il padre e il fratello dell’adolescente caduto dal tetto. “Possono sembrare cifre spropositate, invece sono giuste perché questo caso ha distrutto una famiglia”, questo quanto dichiarato dall’avvocato della famiglia al termine dell’udienza.

Dopo una prima richiesta di archiviazione dell’inchiesta da parte del Procuratore Capo, il Gip ha invece chiesto il processo per gli imputati. Partendo dal principio che le misure antinfortunistiche del cantiere avrebbero dovuto essere presenti, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per eventuali altre persone presenti nell’area dove vigono tali norme e considerando “luogo di lavoro” anche ogni altra zona in cui gli operai possano essere costretti a recarsi all’interno del cantiere. Compreso il tetto della piscina dunque, dove secondo il giudice si sarebbe dovuto mettere in sicurezza il lucernario dal quale è caduto il ragazzo. Un motivo in più per mettere in completa sicurezza il cantiere, non secondario alla prioritaria sicurezza degli operai, era la segnalata presenza, proprio durante il periodo estivo, di giovani sul tetto. Per l’episodio sono stati rinviati a giudizio per lesioni colpose aggravate dal mancato rispetto delle regole antinfortunistiche il sindaco di Mira, due dirigenti comunali, il gestore della piscina e i rappresentanti delle due ditte che a quel tempo erano impegnati in lavori di ristrutturazione. Nell’elenco anche il progettista del cantiere e il responsabile della sicurezza.

 

“Si tratta, – secondo il parere di un consigliere comunale locale – di una vicenda davvero delicata. Speriamo che le assicurazioni coprano interamente la cifra in caso di richiesta di risarcimento accolta dalla magistratura. Resta il fatto che se così non fosse ne deriverebbe un danno erariale davvero importante per l’ente locale. Il rischio di un default nel caso in cui il Comune dovesse pagare la cifra record di 12 milioni di euro è davvero reale”.

 

“Il Comune di Mira rischia – spiega un membro del comitato di residenti del comune – ma la magistratura deve fare il suo corso e se la famiglia del giovanissimo dimostrerà di avere ragione, quella somma va pagata, ma speriamo che a rimetterci per i dissesti causati da eventuale una mala gestione di beni pubblici non siano i cittadini che vedranno in quel caso fallire se non quasi l’ente locale”.

 

“Non c’è spirito vendicativo nei familiari – commenta l’avvocato della famiglia – ma solo una legittima pretesa risarcitoria che possa assicurare al ragazzo caduto dal tetto e a una famiglia distrutta il giusto risarcimento per il danno, comprensivo di quanto servirà per la sua assistenza futura. Ora molto dipenderà dall’atteggiamento che vorranno tenere le compagnie assicurative”.

 

Fonti dichiarazioni: La Nuova di Venezia Mestre e VeneziaToday

 

Dott. Claudio Bonato

AL Assistenza Legale

Caduto dal tetto

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