Risarcimento danni quando va dichiarato
Qualora si riceva un indennizzo può sorgere il dubbio che sulla somma ricevuta si debbano pagare delle tasse.
Questo dipende da alcuni fattori che aiutano il cittadino a capire su quale tipologia di risarcimento vadano pagate le tasse.
Si ottiene un risarcimento allorquando si è rimasti vittime di un danno e il giudice stabilisce un indennizzo economico che copra se non tutto almeno una parte del danno subito.
Risarcimento danni quando va dichiarato: il Codice civile
Il Codice civile, attraverso l’Articolo 2043, sostiene che
“Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto
obbliga colui che ha commesso il fatto
a risarcire il danno”.
Risarcimento danni quando va dichiarato: tipologie di danno
Esistono diverse tipologie di danno tra queste il più comune è il danno patrimoniale.
Il danno patrimoniale consiste nella lesione di un interesse patrimoniale ovvero in una diminuzione del patrimonio e sia nel mancato guadagno determinato dal fatto dannoso.
Utilizzando termini giuridici si può distinguere tra
- danno emergente: l’effettiva diminuzione del patrimonio del danneggiato;
- lucro cessante: il mancato guadagno del danneggiato.
La legge distingue poi altre due tipologie di danni: il danno biologico e il danno morale.
Con danno biologico si intende un danno subito a seguito della violazione di un valore della personalità umana.
Con danno morale invece si indica un danno non suscettibile di diretta valutazione economica ma di valutazione equativa.
Risarcimento danni quando va dichiarato: la legge
Stabilite le varie tipologie di danni considerate dalla legge italiana, vediamo su quali di essi andranno pagate le tasse.
Il TUIR, Testo unico imposte sui redditi, una legge introdotta nell’ordinamento col D.P.R. n. 917 del 22 dicembre 1986 con la norma numero 6 comma 2 lo spiega in modo chiaro.
Secondo questa legge risulta tassabile solo l’entrata derivante dal risarcimento danni per lucro cessante.
Come visto precedentemente con il termine lucro cessante si intende il mancato guadagno patrimoniale. Quest’ultimo non viene conseguito proprio a causa, per esempio, di una lesione che impedisce alla vittima di recarsi al lavoro.
Il lucro cessante è relativo dunque ad una forma di ricchezza che il danneggiato avrebbe comunque avuto se l’infortunio o il sinistro non lo avessero impossibilitato ad ottenerla.
Risarcimento danni quando va dichiarato: il lucro cessante
Di seguito alcuni esempi di lucro cessante:
- il mancato guadagno se il bene è uno strumento di lavoro necessario,
- la mancata realizzazione di rapporti contrattuali,
- i danni in divenire, previsti per il futuro, provocati dalla perdita o diminuzione della capacità lavorativa oppure della capacità di versare prestazioni assistenziali.
Poiché il lucro cessante è un’entrata che sostituisce un reddito che si sarebbe comunque guadagnato va tassato e dichiarato all’Agenzia delle Entrate.
Quando si ha diritto a un risarcimento danni?
Per poter chiedere risarcimento danni devono sussistere questi punti imprescindibili:
- Si deve aver subito un danno.
- Vi deve essere un comportamento scorretto o illegittimo di qualcuno.
- Deve esistere un nesso causale tra il comportamento scorretto e il danno subito.
- Si deve poter provare che il nesso causale tra comportamento e danno sia effettivo.
Il consiglio, per chi abbia subito danni, è quello di rivolgersi a un avvocato per poter far valere al meglio i propri diritti.
Dott. Claudio Bonato www.alassistenzalegale.it