Risarcimento danni per stress in ambito lavorativo

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Alcune grandi aziende nazionali e internazionali non vogliono più solo dipendenti produttivi e efficienti ma anche rilassati e pieni di energia.

Capita allora di leggere entusiasmanti cronache di dirigenti che organizzano lezioni di yoga, sessioni di pilates. Ma vanno alla grande anche mattinate di corsa all’aria aperta e gite in bicicletta.

Tutto questo incrementa il beneficio morale e psicologico, non esclusivamente fisico, dei propri dipendenti. E rispetta alla lettera l’articolo 2087 del Codice Civile: ”L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

Risarcimento danni per stress in ambito lavorativo: la Cassazione

Eppure non sempre le cose vanno così bene. Tanto è vero che l’ambiente di lavoro rimane una delle fonti maggiori di stress e affaticamento psichico. Sono molti infatti i dipendenti vittime di angherie e soprusi da parte dei superiori. Spesso purtroppo questi soprusi durano anni e nel tempo si incarnano fino a sfociare in vere e proprie patologie:

  • malattie gastrointestinali,
  • depressioni e stati di ansia,
  • diabete,
  • malattie scheletriche e muscolari,
  • malattie cardiovascolari.

Utile in questo senso la sentenza della Cassazione numero 5590 del 2016.

Secondo quest’ultima, infatti, «il danno da stress, o usura psicofisica, si inscrive nella categoria unitaria del danno non patrimoniale causato da inadempimento contrattuale e la sua risarcibilità presuppone la sussistenza di un pregiudizio concreto sofferto dal titolare dell’interesse leso, sul quale grava l’onere della relativa allegazione e prova, anche attraverso presunzioni semplici. Ne consegue che (…) il lavoratore è tenuto ad allegare e provare il tipo di danno specificamente sofferto ed il nesso eziologico con l’inadempimento del datore di lavoro.

E’ onere della vittima di tali atti di mobbing dimostrare non solo la quantità e l’entità delle vessazioni patite a causa del proprio principale o datore di lavoro. Ma, secondo quanto stabilito da recente giurisprudenza, anche dimostrare quanti e quali danni sono stati subiti dal lavoratore a causa di queste vessazioni.

 

Quando si ha diritto a un risarcimento danni?

 

Per poter chiedere risarcimento danni devono sussistere questi punti imprescindibili:

  • Si deve aver subito un danno.
  • Vi deve essere un comportamento scorretto o illegittimo di qualcuno.
  • Deve esistere un nesso causale tra il comportamento scorretto e il danno subito.
  • Si deve poter provare che il nesso causale tra comportamento e danno sia effettivo.

 

Il consiglio, per chi abbia subito danni a causa di mobbing, è quello di rivolgersi a un avvocato per poter far valere al meglio i propri diritti.

 

AL Assistenza Legale

Avvocato Cristiano Cominotto

www.alassistenzalegale.it

 

 

 

 

 

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