Risarcimento danni per diritto alla pensione negato
Si sono verificati innumerevoli casi di lavoratori dimessi dal lavoro dopo aver verificato la loro situazione contributiva.
Nonostante la documentazione certificasse la possibilità di andare in pensione, perché in possesso dei giusti contributi, la realtà per questi lavoratori è stata tutt’altro che rosea.
In molti si sono visti negare il pensionamento a causa di errori, altri si sono visti elargire un trattamento mediocre quando invece il prospetto indicava una pensione di ben altra entità.
Ma andiamo per gradi.
Risarcimento danni per diritto alla pensione negato: modalità di richiesta prospetto
Esistono due modi per chiedere un prospetto pensionistico:
- estratto conto contributivo, ovvero un documento contenente tutti i contributi accreditati al lavoratore nell’arco della sua carriera lavorativa;
- la mia pensione futura, un servizio online dell’INPS che consente di avere un prospetto basato sui dati dell’estratto conto.
Si è verificato purtroppo molto spesso il caso in cui, nonostante l’INPS affermasse l’effettiva possibilità di andare in pensione per il lavoratore, questi si è visto negare il riposo tanto agognato.
E a nulla sono valse le rimostranze del lavoratore nei confronti dell’Istituto.
Risarcimento danni per diritto alla pensione negato: l’estratto conto certificativo
L’INPS infatti fino a poco fa negava qualsiasi responsabilità, tanto meno prendeva in considerazione qualsiasi richiesta di risarcimento danni.
Piuttosto si trincerava nell’affermazione secondo la quale il lavoratore può fare affidamento esclusivamente sull’estratto conto certificativo.
L’estratto conto certificativo è un documento fornito dall’INPS al lavoratore dopo che questi ha inviato una formale richiesta.
Esso contiene l’esatta situazione contributiva del lavoratore.
Tale documento nasce da un approfondito esame della documentazione in possesso dell’INPS e viene prodotto con modalità particolari.
Solo attraverso questa certificazione, secondo il parere dell’INPS, è possibile verificare la data di pensionamento di ciascun lavoratore.
Risarcimento danni per diritto alla pensione negato: la Cassazione
Ma una recente Cassazione rivoluziona la prassi che fino a poco fa era comune.
La sentenza numero 23050 del 2017 afferma infatti che se l’INPS sbaglia è tenuta a pagare.
L’ente di previdenza sarà quindi tenuto a pagare i danni per gli errori nell’indicazione dei contributi.
Questo vale qualora il lavoratore abbia verificato i dati attraverso l’estratto conto certificativo o con un altro strumento fornito dall’INPS.
Secondo la Cassazione l’estratto conto contributivo, per avere il valore di certificazione, non deve essere richiesto dal cittadino con particolari adempimenti, né deve essere emesso con specifiche procedure.
Affinché abbia valore è necessario che sia comprensibile dal cittadino munito del livello di istruzione obbligatoria.
Pertanto hanno valore di certificazione sia l’estratto conto generico che i dati indicati nel servizio La mia pensione futura.
La sentenza prevede inoltre che la certificazione non possa contenere parti che l’interessato non deve considerare.
Il fatto che sul documento rilasciato sia presente più volte la dicitura che il testo ha valore meramente indicativo e orientativo non scagiona l’INPS dalla responsabilità di quanto è sostenuto da tale documento.
Quando si ha diritto a un risarcimento danni?
Per poter chiedere risarcimento danni devono sussistere questi punti imprescindibili:
- Si deve aver subito un danno.
- Vi deve essere un comportamento scorretto o illegittimo di qualcuno.
- Deve esistere un nesso causale tra il comportamento scorretto e il danno subito.
- Si deve poter provare che il nesso causale tra comportamento e danno sia effettivo.
Il consiglio, per chi abbia subito danni a causa di pensione negata, è quello di rivolgersi a un avvocato per poter far valere al meglio i propri diritti.
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