Risarcimento danni e tutela per mobbing
Capita sempre più spesso di venire a conoscenza tramite le cronache di episodi di mobbing.
Con il termine mobbing ci si riferisce nello specifico a tutte quelle forme di molestie subite all’interno del posto di lavoro.
Fortunatamente al giorno d’oggi questo fenomeno vessatorio e mortificante viene punito dalla legge.
Tuttavia è necessario prestare una grande attenzione nel momento in cui si decide di intentare una causa contro il proprio datore di lavoro.
Risarcimento danni e tutela per mobbing: come tutelarsi
Per ottenere un risarcimento danni è necessario muoversi con perizia e cautela.
Non è infatti presentando semplicemente una denuncia che si otterrà un indennizzo per quanto sofferto.
È necessario provare la volontà persecutoria e l’azione vessatoria perpetrata dal datore di lavoro e o dai colleghi.
La legge stabilisce dunque che sia onere della vittima, del lavoratore che subisce mobbing, dimostrare le sue ragioni.
Ovvero il nesso causale tra il suo disagio e le forme vessatorie messe in atto da datore di lavoro o colleghi.
Risarcimento danni e tutela per mobbing: il nesso causale
Il lavoratore dovrà dimostrare che la sequenzialità degli atti subiti gli abbiano causato danni psicologici e fisici.
Questo risulta molto complesso da dimostrare poiché il fenomeno del mobbing è costituito prevalentemente da atteggiamenti costanti ma differenti, perpetrati in un arco di tempo piuttosto lungo.
Il lavoratore dovrà dimostrare questa catena di eventi e sarà suo onere dimostrare che questo ha causato il suo profondo malessere.
Demansionamento, rimproveri, eccessivo carico di lavoro, mancato riconoscimento di ferie: queste sono solo alcune delle condotte vessatorie e umilianti che possono provare un eventuale danneggiamento da mobbing.
Risarcimento danni e tutela per mobbing: la sentenza della Cassazione
La giustizia italiana si è espressa riguardo attraverso la sentenza numero 290 del 2016.
Affinché il lavoratore venga riconosciuto vittima di mobbing egli dovrà dimostrare le singole condotte lesive.
Dovrà quindi dimostrare il nesso tra le condotte e dimostrare che si tratti un vero e proprio piano persecutorio contro di lui.
In ultimo, sarà suo onere dimostrare i danni subiti alla sua salute, alla sua vita privata, alla dignità.
Una relazione medica certificherà il legame tra i disturbi psico – fisici del lavoratore e l’attività persecutoria subita all’interno del proprio posto di lavoro.
Solo con questa documentazione in mano il lavoratore potrà ottenere un congruo indennizzo per i danni da mobbing patiti sul posto di lavoro.
Quando si ha diritto a un risarcimento danni?
Per poter chiedere risarcimento danni devono sussistere questi punti imprescindibili:
- Si deve aver subito un danno.
- Vi deve essere un comportamento scorretto o illegittimo di qualcuno.
- Deve esistere un nesso causale tra il comportamento scorretto e il danno subito.
- Si deve poter provare che il nesso causale tra comportamento e danno sia effettivo.
Il consiglio, per chi abbia subito danni a causa di mobbing, è quello di rivolgersi a un avvocato per poter far valere al meglio i propri diritti.
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Risarcimento danni e tutela per mobbing