Medico ha obbligo di consulta con colleghi per diagnosi
All’interno di un Pronto Soccorso vengono eseguiti gli interventi diagnostici e terapeutici di urgenza.
In alcuni casi sono possibili anche interventi urgenti che sono necessari per ripristinare una fase di criticità e mettere in sicurezza la salute del paziente.
Alla luce dei risultati ottenuti con questi interventi d’emergenza il paziente sarà inviato alle cure del proprio medico di base. Altrimenti seguirà un ricovero in un ospedale attrezzato per la sua guarigione.
Medico ha obbligo di consulta con colleghi per diagnosi: il Pronto Soccorso
In situazioni come quelle appena descritte, quando cioè la situazione è un’emergenza, ci si rivolge al medico del Pronto Soccorso. Questi dovrà prestare le prime cure e assicurarsi che attraverso il suo intervento la situazione non peggiori ulteriormente.
Questo è possibile solo attraverso una attenta valutazione da parte del professionista delle sue capacità e competenze.
Nei casi in cui il suo intervento non sarà sufficiente è bene che il medico si rivolga ai suoi colleghi per un consulto, qualora la situazione non sia così urgente da sconsigliarlo.
Secondo la giustizia infatti, un medico di Pronto Soccorso ha l’obbligo di valutare e adottare tutte le misure necessarie al buon esito del suo intervento.
Con questo si intende anche l’organizzazione di un eventuale trasferimento in altra struttura ospedaliera nel caso in cui ci siano delle carenze strutturali in quella in cui il paziente è presente.
Medico ha obbligo di consulta con colleghi per diagnosi: la sentenza
Attraverso la sentenza numero 21090 del 19 ottobre 2015, la Cassazione afferma la necessità di osservare un dovere di diligenza generale e sussidiario anche qualora l’ente (pubblico o privato) abbia osservato le norme organizzative.
E’ necessario infatti che si adottino condotte adeguate alle condizioni del paziente, adottando di volta in volta le strategie più valide al fine di evitare un esito infelice.
Medico ha obbligo di consulta con colleghi per diagnosi: il caso
Il caso relativo a tale sentenza vedeva protagonista un paziente giunto al Pronto Soccorso in seguito ad un infortunio sul lavoro e deceduto durante il ricovero.
Secondo i giudici la morte è collegata alle condotte inadeguate dei sanitari.
Il paziente infatti ha aspettato molto tempo prima di essere operato chirurgicamente.
A ciò si aggiunga un cospicuo ritardo nella consegna degli esiti delle analisi di laboratorio.
Da ciò la corte ha ritenuto che “la morte avrebbe potuto esser scongiurata o ritardata con tempestivi esami svolti nei locali del Pronto Soccorso, senza effettuare due trasferimenti nello stesso nosocomio, attraverso un intervento chirurgico immediato”.
Medico ha obbligo di consulta con colleghi per diagnosi: la norma
A causa del contratto di spedalità la struttura ospedaliera ha l’obbligo di osservare le comuni regole di diligenza e prudenza. Non serve dunque rispettare esclusivamente le norme previste, ma occorre prestare attenzione anche alle regole di diligenza.
Non è sufficiente per un medico di Pronto Soccorso rispettare le norme vigenti in termini di organizzazione di emergenza.
E’ onere del medico del Pronto Soccorso far fronte alle condotte inadeguate dei propri collaboratori ed evitare esiti infausti per i pazienti.
Ottimizzare l’accesso ai risultati di analisi di laboratorio in maniera tempestiva, adoperarsi per aggiornare e implementare le scorte di sangue disponibili nel proprio reparto di emergenza sono solo alcune delle attività che potrebbero garantire l’esito positivo in seguito all’accesso di un paziente al Pronto Soccorso.
Quando si ha diritto a un risarcimento danni?
Per poter chiedere risarcimento danni devono sussistere questi punti imprescindibili:
Si deve aver subito un danno.
Vi deve essere un comportamento scorretto o illegittimo di qualcuno.
Deve esistere un nesso causale tra il comportamento scorretto e il danno subito.
Si deve poter provare che il nesso causale tra comportamento e danno sia effettivo.
Il consiglio, per chi abbia subito danni a causa di malasanità, è quello di rivolgersi a un avvocato per poter far valere al meglio i propri diritti.