Data Protection Officer (DPO): perchè è preferibile una nomina esterna

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Con l’entrata in vigore del Regolamento Europeo 2016/679, meglio noto come GDPR, è stata introdotta la figura del Data Protection Officer (DPO), o Responsabile della Protezione dei Dati (RPD). Questo ruolo chiave ha l’obiettivo di garantire che le organizzazioni rispettino le normative sulla protezione dei dati personali.

Quali sono le responsabilità del DPO?

Il Data Protection Officer ha una serie di compiti delineati nell’articolo 39 del GDPR, che includono:

  • Fornire consulenza al titolare e al responsabile del trattamento.
  • Sorvegliare l’applicazione delle disposizioni del GDPR.
  • Monitorare l’attuazione delle procedure interne.
  • Dare pareri sulla Valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA) e controllarne l’esecuzione.
  • Agire come collegamento con l’autorità di controllo (il Garante per la protezione dei dati personali in Italia).

Quando è obbligatoria la nomina di un Data Protection Officer?

La nomina di un DPO è obbligatoria in alcuni casi specifici previsti dal GDPR, tra cui:

  • Organismi pubblici (escluse le autorità giudiziarie).
  • Monitoraggio sistematico e su larga scala degli interessati.
  • Trattamento di dati sensibili o relativi a condanne penali e reati.

Quali sono le sanzioni per la mancata nomina di un DPO?

Le sanzioni nel caso in cui questa figura professionale non venga nominata, laddove previsto, possono arrivare fino a € 10.000.000 o al 2% del fatturato annuo mondiale. Anche se non obbligatoria, la nomina di un DPO rappresenta comunque una mossa strategica, poiché questo professionista può ridurre significativamente i rischi legati alla protezione dei



Quali sono i vantaggi?

Le aziende possono nominare un DPO interno o esterno, ma ci sono diversi motivi per cui un Data Protection Officer esterno può essere la scelta migliore:

  1. Indipendenza: Un DPO esterno, essendo indipendente dal contesto aziendale, può agire senza condizionamenti, come richiesto dal considerando 97 del GDPR.
  2. Esperienza: I DPO esterni, lavorando con diverse aziende, possiedono competenze aggiornate e una maggiore capacità di adattamento rispetto a un soggetto interno.
  3. Flessibilità: Un DPO esterno può apportare nuove prospettive e soluzioni, soprattutto in situazioni complesse.

Conclusione

Sebbene il GDPR consenta di scegliere tra un Data Protection Officer interno o esterno, optare per un professionista esterno offre numerosi vantaggi in termini di indipendenza, esperienza e flessibilità. La nomina di un DPO esterno si rivela spesso la scelta più efficace per garantire una corretta gestione della protezione dei dati all’interno di un’azienda.

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