Dimessa dal Pronto Soccorso muore dopo poche ore. La ASL non paga il risarcimento

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Dimessa dal pronto soccorsoUna donna è stata dimessa dal pronto soccorso per delle coliche renali, ma è morta poco dopo a casa. I famigliari sporgono denuncia, viene loro riconosciuto il fatto che la parente sia stata vittima di un caso di malasanità, ma la ASL non paga: non ci sono i soldi. Ma partiamo dalla cronaca.

  • La donna era stata ricoverata con codice giallo e dimessa dal pronto soccorso poco dopo

Erano da poco passate le 21.30 del 16 settembre 2011. Giuseppa Menè, una donna di 77 anni di Soriano nel Cimino (in provincia di Viterbo), è stata soccorsa  presso la propria abitazione da una squadra del 118. Questi ultimi l’avrebbero trovata seduta e con un dolore all’inguine che persisteva da alcuni giorni. Vista la situazione i paramedici l’avrebbero portata immediatamente al Pronto Soccorso di Belcolle, dove la donna sarebbe stata ricoverata con un codice giallo e patendo forti dolori addominali e vomito. Però, dopo un’ora dall’arrivo della paziente, la donna sarebbe stata dimessa dal pronto soccorso. Diagnosi: colica addominale. La donna è così tornata a casa, ma alle 4 del mattino della stessa notte, dopo essere stata di nuovo soccorsa presso la sua abitazione, la donna è morta per un arresto cardiorespiratorio.

  • Sotto accusa il mancato monitoraggio delle condizioni della paziente

Come si può leggere nel ricorso presentato dai famigliari della vittima, sarebbe stato il mancato monitoraggio di quelle ore passate dopo esser stata dimessa dal pronto soccorso ad aver provocato, insieme ad altri fattori, la morte della donna. Ma oltre al danno è arrivata anche la beffa. Almeno così pare. Infatti, seppur sia stato riconosciuto l’errore medico sia dalla perizia del legale che da quella dell’assicurazione, per i famigliari che hanno sporto denuncia sembrerebbe non esserci nemmeno un euro di risarcimento danni.

  • I parenti stanno valutando un esposto alla Corte dei Conti

Come ha dichiarato l’avvocato che sta assistendo la famiglia della 77enne, la ASL, essendo commissariata, non pagherebbe più alcun danno di malasanità. Ivi compresi i casi mortali. Per questo, ha affermato l’avvocato, sta “pensando di fare un esposto alla Corte dei conti, nel senso che chi amministra la Asl deve rispondere anche della gestione dei fondi pubblici. Se non si possono risarcire le vittime di malasanità, ci si deve presentare alla giurisdizione contabile”.

www.alassistenzalegale.it – Dott. Claudio Bonato

AL Assistenza Legale – Malasanità

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