Danni da chirurgia estetica: come ottenere risarcimento
INDICE
Cosa si intende quando si parla di danni da chirurgia estetica
Quando si può chiedere un risarcimento per danni da chirurgia estetica?
Come quantificare un risarcimento per danni da chirurgia estetica
La prescrizione, quanto tempo ho per chiedere un risarcimento?
I dati
I danni da chirurgia estetica possono influenzare gravemente sulla qualità della vita delle persone. Un’analisi condotta su un campione di pazienti che hanno subito danni estetici ha evidenziato che il 65% di essi ha riportato un impatto negativo sulla loro autostima e fiducia in se stessi.
Inoltre, il 45% ha riferito di avere difficoltà nelle relazioni personali e sociali a causa del loro aspetto alterato.
Gli interventi di chirurgia estetica sono una delle principali cause di danni estetici.
Secondo le statistiche, i procedimenti più comuni che possono portare a danni estetici includono chirurgia del seno, liposuzione, rinoplastica e lifting del viso. Sebbene la maggior parte di questi interventi sia sicura ed efficace, ci sono casi in cui si verificano complicazioni che possono portare a danni estetici permanenti.
Le richieste di risarcimento per danni estetici sono state oggetto di numerosi contenziosi legali. I pazienti che hanno subito danni estetici causati da interventi medici o incidenti spesso cercano un risarcimento per coprire le spese mediche, le terapie correttive e il disagio psicologico subito. Le cifre dei risarcimenti variano notevolmente a seconda della gravità del danno estetico e delle circostanze specifiche del caso.
Cosa si intende quando si parla di danni da chirurgia estetica
Il danno estetico è un termine che si riferisce alla lesione dell’aspetto fisico di una persona, causando un peggioramento dell’immagine che può comportare disagio psicologico e difficoltà nelle relazioni. Questo tipo di danno può verificarsi in vari contesti, come quando si verificano degli errori interventi di chirurgia estetica che lasciano cicatrici visibili sul corpo.
Se hai subito un danno estetico, hai il diritto a richiedere un risarcimento per il danno subito e per le spese sostenute o da sostenere per migliorare il difetto estetico. Queste spese possono includere interventi chirurgici correttivi, fisioterapia, farmaci e altre spese correlate. Inoltre, hai il diritto di essere rimborsato per le spese legali sostenute per ottenere il risarcimento.
Quando si può chiedere un risarcimento per danni da chirurgia estetica?
In generale la possibilità di ottenere un risarcimento danni per un errore medico in chirurgia estetica è regolamentata dalla Legge 24/2017, meglio conosciuta come Legge Gelli o Legge Gelli-Bianco. Per perseguire un risarcimento danni nel campo della chirurgia estetica, è essenziale dimostrare tre elementi fondamentali. Prima di tutto, occorre dimostrare che il chirurgo estetico ha violato il dovere di cura nei confronti del paziente. Questa violazione deve aver causato un danno al paziente e, in seguito, deve essere dimostrato che da questo danno si sono generate conseguenze significative nella vita quotidiana del paziente, che possono riguardare il suo benessere fisico, emotivo o economico.
Per dimostrare la violazione del dovere di cura, è necessario provare che il chirurgo ha commesso un errore che vada oltre il rischio normalmente associato all’intervento di chirurgia estetica. In alcuni casi, potrebbe essere necessario dimostrare anche che il chirurgo ha omesso di fornire al paziente le informazioni necessarie per prendere una decisione informata sull’intervento.
Quando si tratta di dimostrare il danno, è fondamentale documentare in modo accurato che il risultato dell’intervento ha provocato un danno fisico o emotivo significativo. Inoltre, è importante tenere traccia di tutte le spese sostenute, come i costi aggiuntivi per eventuali interventi correttivi o le perdite di reddito dovute al periodo di recupero.
Per massimizzare le probabilità di successo in una richiesta di risarcimento danni, è altamente consigliabile consultare un avvocato esperto in casi di responsabilità professionale medica. Questo avvocato potrà valutare ogni caso in modo mirato e offrire consulenza legale competente sulle opzioni disponibili. L’avvocato sarà in grado di guidarti attraverso la raccolta delle prove necessarie e la presentazione della richiesta di risarcimento danni alle autorità competenti.
È importante tenere presente che ottenere un risarcimento danni per un intervento di chirurgia estetica non soddisfacente può essere un processo complesso e richiedere tempo e risorse considerevoli. Pertanto, è fondamentale rivolgersi a un avvocato esperto in questo campo che possa valutare attentamente la fattibilità della richiesta e fornire una consulenza legale adeguata, guidandoti in tutte le fasi della procedura e fornendoti informazioni essenziali sulle opzioni e i tempi previsti.
Come quantificare un risarcimento per danni da chirurgia estetica
La procedura per richiedere il risarcimento inizia inviando una formale richiesta risarcitoria ai responsabili del danno, come il medico o la struttura sanitaria, tramite raccomandata o posta elettronica certificata. Questa richiesta deve essere dettagliata e deve indicare l’importo richiesto a titolo risarcitorio. Prima di procedere con la richiesta, è consigliabile consultare un consulente medico legale e uno specialista in chirurgia estetica per valutare il danno subito e la relativa sofferenza psichica associata.
Dopo aver inviato la richiesta, il medico o la struttura sanitaria risponderanno. Se possibile, si cercherà di risolvere la controversia in via stragiudiziale o attraverso una mediazione con un organismo di mediazione. Tuttavia, se la controversia non può essere risolta in via amichevole, si può procedere con una causa civile. In caso di vittoria, si otterrà il risarcimento richiesto, con le spese legali a carico della controparte.
La quantificazione del risarcimento per il danno estetico viene considerata tenendo conto di diversi aspetti. Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione (Cassazione civile sez. VI, 24.03.2021, n. 8220), il Giudice deve valutare il danno estetico nel suo complesso, considerando le ripercussioni sia sul piano estetico che psicologico e relazionale. Il danno estetico può sovrapporsi al danno psicologico, e entrambi devono essere presi in considerazione nella determinazione dell’importo del risarcimento.
È importante sottolineare che se il medico non ha informato correttamente il paziente dei possibili rischi dell’intervento e non ha ottenuto il consenso informato, il danno alla salute può essere considerato ancora più grave.
Cosa è il consenso informato?
Definire in modo conciso il concetto di consenso informato può risultare complesso, ma possiamo iniziare citando l’articolo 1, comma 1 della legge 219/2017, che afferma che:
“nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”.
Sempre al primo articolo della suddetta legge si trovano una serie di commi che aiutano a capire meglio cosa sia il consenso informato.
- comma 2: “è promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico che si basa sul consenso informato”
- comma 3: “ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile”
- comma 6: “il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo”
- comma 8: “il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura”
Il consenso informato deve essere ottenuto in modo appropriato, tenendo conto delle esigenze individuali del paziente. La responsabilità di acquisire il consenso informato spetta al medico, il quale deve promuovere e valorizzare la relazione di cura con il paziente, coinvolgendo anche gli altri membri del team medico.
Inoltre, una delle caratteristiche chiave del consenso informato è la sua documentazione. Deve essere registrato per iscritto, videoregistrato o, nel caso di persone con specifiche disabilità, ottenuto attraverso dispositivi di comunicazione adeguati.
Infine, il consenso informato deve essere registrato e inserito nella cartella clinica del paziente e nel fascicolo sanitario elettronico, garantendo così la sua tracciabilità e accessibilità per fini medici e legali.
La prescrizione, quanto tempo ho per chiedere un risarcimento?
La prescrizione rappresenta un aspetto fondamentale da considerare quando si desidera ottenere un risarcimento per un danno subito. Secondo la normativa italiana, il termine di prescrizione per chiedere un risarcimento danni è di 5 anni a partire dalla data in cui si è verificato il danno. Questo è quanto afferma il Codice Civile all’articolo 2947 il quale afferma esplicitamente che:
“Il diritto al risarcimento del danno derivante da fatto illecito si prescrive in cinque anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.”
È quindi importante agire tempestivamente per presentare la richiesta di risarcimento e avviare eventuali azioni legali.
La prescrizione nel contesto legale italiano è regolamentata principalmente dal Codice Civile. Sono gli articoli 2946 e il sopracitato 2947 i principali punti di riferimento normativi. Sebbene la tempistica di 5 anni sia il riferimento temporale che questi ultimi ci suggeriscono, va specificato che possono esserci eccezioni, anch’esse previste dalla legge. Senza andare lontano, lo stesso articolo 2947, specifica che:
“… se il fatto è considerato dalla legge come reato e per il reato è stabilita una prescrizione più lunga, questa si applica anche all’azione civile.”
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