Come valutare il danno

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Come valutare il dannoCome valutare il danno

In Italia, chiunque cagioni un danno a un altro è tenuto a risarcire il danno sofferto. Questo perché l’ordinamento prevede che se qualcuno lede la posizione altrui deve risarcire il danno commesso. Il danno si distingue tra danno patrimoniale e danno non patrimoniale.

Ma cosa si intende con il termine danno? Il danno è il pregiudizio che scaturisce da un comportamento colposo (originato per negligenza o imperizia) o volontario di un terzo.  Qualora questo danno sia ingiusto la vittima ha il diritto di essere risarcito.

Come valutare il dannoCome valutare il danno: la legge

Per ottenere un risarcimento del danno la vittima ha l’onere, il dovere di dimostrare che tale danno è stato causato dal comportamento del colpevole. L’onere della prova spetta dunque alla vittima, di qualsiasi sinistro si tratti.

Può essere vittima di un grave incidente stradale, di un errore medico o di uno sbaglio compiuto da un professionista cui si era affidata.

Come valutare il dannoCome valutare il danno: onere della prova

Spetta sempre alla vittima dunque dimostrare la sua ragione, ovvero che vi sia una conseguenza diretta tra il danno e il comportamento di chi è ritenuto responsabile.

Sarà compito del danneggiato dimostrare il rapporto di causa-effetto rispetto alla condotta tenuta da chi ha causato il danno.

Come valutare il dannoCome valutare il danno: il danno patrimoniale

Con il termine danno patrimoniale ci si riferisce al danno subito da un soggetto nei confronti del proprio patrimonio. In sintesi, dunque, è un danno facilmente valutabile dal punto di vista economico.

Un esempio che può chiarire questa definizione è il caso in cui un automobilista impatti violentemente con la sua vettura contro un muretto di un’abitazione provata, danneggiandolo rovinosamente.

Ecco, il danno patrimoniale è rappresentato dal valore delle spese che il proprietario del muretto dovrà sostenere per ripristinare la sua proprietà.

Come valutare il dannoCome valutare il danno: danno emergente e lucro cessante

Il danno patrimoniale a sua volta si suddivide tra danno emergente e lucro cessante.

Danno emergente è ogni diminuzione patrimoniale provocata dall’illecito (si pensi al costo effettivo della riparazione del muretto di cui sopra).

Lucro cessante è il mancato guadagno patrimoniale provocato dall’illecito. Un esempio che chiarificherà la definizione di lucro cessante è questo: si pensi al mancato guadagno di un professionista che, a causa di un incidente stradale causato da terzi, è costretto al ricovero in ospedale ed è impossibilitato al lavoro.

Come valutare il dannoCome valutare il danno: il danno non patrimoniale

Nell’ambito dei danni non patrimoniale rientrano tutte quelle lesioni di un bene della vita che non può essere oggetto di valutazione economica.

Alcuni esempi: la salute, la vita di coppia, la relazione parentale, il dolore che consegue la perdita di un proprio caro.

Una recente Cassazione, seguita da altre nel tempo, ha stabilito che il danno non patrimoniale è una categoria unitaria superando quelle sottocategorie che un tempo venivano enunciate per definirlo (biologico, morale, esistenziale).

 

Quando si ha diritto a un risarcimento danni?

 

Per poter chiedere risarcimento danni devono sussistere questi punti imprescindibili:

  • Si deve aver subito un danno.
  • Vi deve essere un comportamento scorretto o illegittimo di qualcuno.
  • Deve esistere un nesso causale tra il comportamento scorretto e il danno subito.
  • Si deve poter provare che il nesso causale tra comportamento e danno sia effettivo.

 

Il consiglio, per chi abbia subito danni, è quello di rivolgersi a un avvocato per poter far valere al meglio i propri diritti.

 

AL Assistenza Legale

Dott. Claudio Bonato

www.alassistenzalegale.it

 

 

 

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