Risarcimento per diagnosi di tumore in ritardo

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INDICE– Risarcimento per diagnosi di tumore in ritardo

I dati

La diagnosi tardiva di un tumore, il Codice di Deontologia Medica

Diagnosi tardiva di tumore, quali sono le responsabilità dei sanitari?

Le tipologie di danno

Come avviare una richiesta di risarcimento per diagnosi di tumore in ritardo

Quanto tempo ho per chiedere un risarcimento per diagnosi di tumore tardiva?

I dati

In Italia, circa il 50% dei tumori viene diagnosticato in fase avanzata o metastatica, quando le possibilità di guarigione sono notevolmente ridotte. Secondo una ricerca dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il 38% dei pazienti con tumore al seno viene diagnosticato in ritardo, ovvero in fase avanzata della malattia.

Un altro studio ha evidenziato che il ritardo nella diagnosi del tumore al colon-retto può comportare una riduzione della sopravvivenza del 20-30% rispetto ai casi diagnosticati precocemente. Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha causato un ulteriore rallentamento nella diagnosi dei tumori, con un aumento dei casi diagnosticati in fase avanzata durante il periodo di lockdown.

È importante sottolineare che una diagnosi precoce del tumore aumenta notevolmente le possibilità di guarigione e di sopravvivenza del paziente.

Per questo motivo, è fondamentale non sottovalutare eventuali sintomi e segnali di allarme e sottoporsi regolarmente a controlli e screening oncologici.

La diagnosi tardiva di un tumore, il Codice di Deontologia Medica

In Italia, la diagnosi tardiva di una malattia, compreso il tumore, può comportare conseguenze deontologiche per i medici coinvolti. In particolare, le regole deontologiche per la diagnosi tardiva sono contenute nel Codice di Deontologia Medica. Tale Codice stabilisce i doveri e le responsabilità dei medici nell’esercizio della professione.

In base al Codice di Deontologia Medica, i medici sono tenuti a osservare i seguenti principi.

  • Diligenza e competenza: i medici devono esercitare la propria professione con la massima diligenza e competenza. Come? Fornendo ai pazienti una diagnosi accurata e tempestiva come peraltro indicato dall’articolo 1176 del Codice Civile riguardo la diligenza dell’adempimento.
  • Informazione e consenso informato: i medici devono informare il paziente in modo chiaro e completo sulla diagnosi, sulle terapie disponibili e sui rischi e benefici di ciascuna opzione terapeutica, al fine di ottenere il consenso informato del paziente.
  • Rispetto della dignità del paziente: i medici devono rispettare la dignità e l’autonomia del paziente, coinvolgendolo nella scelta delle terapie e nel percorso di cura.
  • Segretezza: i medici sono tenuti a mantenere la segretezza sui dati e le informazioni relative al paziente, salvo casi di legge.
  • Responsabilità professionale: i medici sono responsabili della propria attività professionale e delle conseguenze che ne derivano, anche in caso di errori diagnostici o terapeutici.

Inoltre, il Codice di Deontologia Medica prevede che i medici debbano adottare tutte le misure necessarie per garantire la tempestiva diagnosi e cura delle malattie, compreso il tumore, evitando qualsiasi forma di negligenza o omissione. In caso di mancata osservanza di tali principi, i medici possono essere soggetti a sanzioni disciplinari e/o penali.

Diagnosi tardiva di tumore, quali sono le responsabilità dei sanitari?

Le sanzioni previste per i medici che violano le regole deontologiche della diagnosi tardiva, compreso il tumore, possono essere di natura disciplinare, civile e penale.

In particolare, il Codice di Deontologia Medica prevede che i medici che violano i principi deontologici possano essere sottoposti a procedure disciplinari davanti all’Ordine dei Medici competente.

Le sanzioni disciplinari possono essere di diversa natura. Dalle censure alla sospensione temporanea o definitiva dell’esercizio della professione.

In caso la diagnosi tardiva arrechi dei danni al paziente interessato, sia dal punto di vista fisico che morale, può essere avviata una causa civile per ottenere un risarcimento dei danni subiti. In questo caso la responsabilità di quanto accaduto, sempre che si dimostri che si è trattato effettivamente di un caso di malasanità, ricadrà sui medici interessati e/o sulla struttura ospedaliera coinvolta. A disciplinare questa responsabilità è la legge n. 24 dell’8 marzo 2017, detta Gelli – Bianco.

Inoltre, sempre se di malasanità si tratta, i medici possono essere soggetti a responsabilità penale in caso di negligenza o omissione grave nella diagnosi e cura delle malattie, compreso il tumore. Le sanzioni penali possono essere di diversa natura, dalle multe alla reclusione, a seconda della gravità dell’errore medico e delle conseguenze che ne derivano per il paziente interessato.

Va però specificato che, sempre secondo quanto stabilito dalla Legge Gelli – Bianco, un sanitario non può essere perseguito penalmente, anche nel caso in cui quest’ultimo avesse agito con imperizia, qualora:

  • abbia comunque rispettato le linee guida e le disposizioni previste. Se queste non dovessero esistere, si farà riferimento alla buone pratiche clinico assistenziali.
  • le buone pratiche o le linee guida che sono state applicate siano state adeguate al caso trattato.

Le tipologie di danno

La responsabilità medica per l’omessa o tardiva diagnosi di un tumore comporta il risarcimento dei danni arrecati al paziente.

In particolare, il danno da errata o tardiva diagnosi può comportare un aspetto patrimoniale. Tale aspetto farà riferimento alle spese sostenute per ricoveri, le cure e gli eventuali interventi chirurgici che una diagnosi precoce avrebbe evitato.

Vi sarà poi anche un aspetto non patrimoniale. Esso riguarderà i danni fisici e morali subiti dal paziente ed eventualmente dai suoi familiari, nello sfortunato caso di un decesso.

Risarcimento per diagnosi di tumore in ritardo

Esistono altri tipi di danni che possono sussistere se si fosse stati vittime di un caso di malasanità, i quali si verificano in casi più specifici, seguono alcuni esempi.

  • Danno da perdita di chance

Il danno da errata o tardiva diagnosi comprende anche la perdita di chance, ovvero la perdita delle possibilità di cura e di sopravvivenza che una diagnosi precoce avrebbe consentito. Tale componente patrimoniale richiede un approfondimento specifico, in quanto la sua quantificazione può essere più complessa rispetto ad altri elementi del danno.

  • Danno da lesione del diritto all’autodeterminazione

Il danno da lesione del diritto all’autodeterminazione si riferisce alla violazione del diritto del paziente di scegliere liberamente le cure mediche a cui sottoporsi, sulla base di un’adeguata informazione e consapevolezza delle alternative disponibili.

In altre parole, quando un medico o un’istituzione sanitaria viola il diritto del paziente all’autodeterminazione, imponendo o suggerendo un trattamento senza il consenso informato del paziente o privandolo della possibilità di scegliere tra diverse opzioni terapeutiche, si verifica un danno da lesione del diritto all’autodeterminazione.

Questo tipo di danno può comportare conseguenze sia patrimoniali che non patrimoniali per il paziente. Ad esempio le spese per cure non volute o sofferenza psicologica derivante dall’aver subito un trattamento non desiderato. La lesione del diritto all’autodeterminazione è una violazione dei diritti fondamentali del paziente, sanciti dalla legge italiana e dalle normative internazionali. Può comportare anche responsabilità civile e penale per i medici o le istituzioni sanitarie coinvolte. Per questo motivo, è importante che i medici rispettino il diritto del paziente all’autodeterminazione, fornendo un’adeguata informazione sulle opzioni terapeutiche disponibili e ottenendo il consenso informato del paziente prima di procedere con qualsiasi trattamento medico.

Come avviare una richiesta di risarcimento per diagnosi di tumore in ritardo

Per avviare una causa civile per richiedere un risarcimento dei danni subiti a causa di una diagnosi tardiva di tumore, è necessario seguire alcuni passaggi.

In primo luogo, è consigliabile rivolgersi a un avvocato con esperienza in casi di malasanità. Questi, con l’aiuto di un medico legale, potrà valutare la fattispecie e fornire una consulenza legale sulla fattibilità dell’azione giudiziaria.

E’ inoltre fondamentale raccogliere tutta la documentazione medica relativa alla diagnosi tardiva, compresi eventuali referti, cartelle cliniche, esami diagnostici e prescrizioni mediche.

È importante ricordare che solo un medico legale potrà verificare, in base alla documentazione e alla ricostruzione di quanto accaduto, se vi sono o meno gli estremi di un errore medico e quindi la fattibilità di una richiesta di risarcimento danni in quanto vittime di malasanità.

Una volta raccolta la documentazione, l’avvocato potrà procedere all’invio di una lettera di diffida al medico o all’ente sanitario responsabile, con la richiesta di risarcimento dei danni subiti dal paziente.

In caso di mancata risposta o di risposta negativa alla richiesta di risarcimento, l’avvocato potrà procedere con l’avvio dell’azione giudiziaria presso il Tribunale competente. In questa occasione verrà chiesta la condanna del medico o dell’ente sanitario al pagamento del risarcimento dei danni subiti dal paziente, compresi i danni patrimoniali e non patrimoniali.

È importante sottolineare che la procedura di richiesta di risarcimento dei danni subiti a causa di una diagnosi tardiva di tumore può essere complessa e di lunga durata.

Quanto tempo ho per chiedere un risarcimento per diagnosi di tumore tardiva?

Anche in questi casi esistono dei termini di prescrizione per l’avvio di una causa civile per richiedere il risarcimento dei danni subiti a causa di una diagnosi tardiva di tumore. In estrema sintesi possiamo affermare che i tempi di prescrizione sono di 5 o 10 anni, a seconda di chi sia il responsabile.

E’ in questo caso necessario fare delle distinzioni. Infatti la legge n. 24 dell’8 marzo 2017, detta Gelli – Bianco, al suo articolo 7, distingue la responsabilità dei sanitari da quella delle strutture ospedaliere.

Nel primo caso (medici, infermieri, personale sanitario,…) infatti la legge Gelli – Bianco prevede una responsabilità extracontrattuale, secondo quanto normato dall’art. 2043 del Codice Civile per la quale è previsto un tempo di prescrizione di 5 anni.

Nel secondo caso (ospedali, cliniche, strutture sanitarie, …) la legge prevede che le strutture rispondano delle condotte dolose dei sanitari che vi lavorano. Si tratta in questo caso di una responsabilità contrattuale, normata dagli articoli 1218 e 1228 del Codice Civile, per la quale il tempo di prescrizione è di 10 anni.

Va specificato che queste tempistiche di 10 o 5 anni al fine di poter far valere i propri diritti e chiedere un risarcimento dei danni subiti, decorrono dal momento nel quale il paziente interessato ha “consapevolezza” di essere stato vittima di un presunto errore medico. Questo perché esclusivamente in quel momento l’interessato sarà effettivamente in grado di far valere i propri diritti.

Il nostro consiglio, se si pensa di essere stati vittima di un caso di malasanità, è quello di rivolgersi a un avvocato con esperienza in diritto sanitario il prima possibile. Ciò al fine di valutare la fattispecie di danno e valutare l’opportunità di avviare l’azione giudiziaria per il risarcimento dei danni subiti a causa di una diagnosi tardiva di tumore.

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