Risarcimento danni per protesi al seno: c’è tempo fino al 31 marzo per aderire ad azione giudiziaria

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risarcimento danni per protesi al senoAzione giudiziaria da 350mila casi in tutto il mondo avviata in Francia per ottenere il risarcimento danni per protesi al seno di marca Pip. Almeno 5.000 le donne Italiane che hanno subito l’impianto.

 

C’è tempo fino a fine marzo. Questi sono i termini di scadenza per poter partecipare all’azione giudiziaria contro le protesi mammarie Pip ( Poly Implant Prothèse ) che si svolgerà in Francia. Tutte le donne del mondo alle quali sono state impiantate queste protesi, sia per fini estetici che terapeutici, possono fare ricorso per chiedere un congruo risarcimento danni per protesi al seno.

E’ questo l’obiettivo dell’azione giudiziaria, che fino al prossimo 31 marzo 2015 raccoglierà le adesioni delle donne di tutte le nazionalità ed anche italiane, per chiedere il risarcimento danni per protesi al seno.

Soltanto nel Belpaese si stima che siano circa cinquemila le donne che si sono sottoposte a un intervento di mastoplastica additiva con le Pip, ma si potrebbe trattare di un numero sottostimato, visto che fino a qualche anno fa il Ministero della Sanità italiano non prevedeva l’obbligo di un registro con i dettagli degli interventi di protesi al seno.

 

In Francia, dove le donne coinvolte si pensa siano circa trenta mila, il Tribunale Commerciale di Tolone ha già condannato l’ente che aveva fornito la certificazione CE alle protesi, il tedesco Tuev Rheinland, al risarcimento danni per protesi al seno di tremila euro per ognuna delle 1.672 donne francesi che hanno intrapreso l’azione legale, ma sembrerebbe si tratti soltanto di una provvisionale, e che il resto dell’ammontare del risarcimento danni sarà conteggiato a seconda di ogni caso specifico e di quanto patito dalla singola persona.

Per le donne italiane che intendono costituirsi in giudizio c’è tempo fino al 31 marzo 2015, sino ad oggi si sono raccolte oltre 3mila adesioni a livello internazionale.

 

Le protesi Pip sono state prodotte a partire dal 2011 con silicone industriale, un materiale diverso da quello approvato per l’uso medico, sono state in seguito distribuite in tutto il mondo, fino a quando le autorità francesi ne hanno disposto il ritiro dal mercato. Secondo l’AGI (Agenzia Giornalistica Italiana), le donne a rischio sarebbero oltre 350 mila in 65 Paesi nel mondo: in alcuni casi le protesi Pip sono esplose, provocando danni a lungo termine, gravi irritazioni e infiammazioni. Inoltre, sembrerebbe che dieci decessi siano strettamente legati alle rotture delle protesi difettose, mentre è ancora da accertare se queste ultime possano aver causato neoplasie.

Risultano inoltre essere migliaia le donne nel mondo che si sono dovute sottoporre a un ulteriore intervento chirurgico di rimozione delle protesi, dopo che furono dichiarate nocive.

 

Si ricorda quindi a tutti coloro i quali si siano sottoposti a un intervento di mastoplastica additiva con delle protesi Pip, che possono prendere parte all’azione giudiziaria istituita per vedersi riconosciuto un congruo risarcimento danni per protesi al seno e che avranno tempo solo fino al 31 marzo 2015 per prendere parte all’azione legale.

Dott. Claudio Bonato

AL Assistenza Legale

 

Risarcimento danni per protesi al seno

 

 

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