L’errore medico in sala parto è un’eventualità che accade spesso e coinvolge un numero molto elevato di donne e neonati. Per questo è possibile chiedere un risarcimento danni per errore medico in sala parto. Il parto è un momento molto delicato della vita di una donna, un evento naturale che, se ben monitorato e gestito, non dovrebbe causare danni fisici/morali né alla neo mamma né al figlio. È sempre opportuno tuttavia affidarsi a medici esperti e reparti che garantiscano uno standard di qualità.
Durante il parto infatti, possono verificarsi una serie di complicazioni che interessano sia la madre che il neonato o i neonati, oppure entrambi: la madre e il neonato.
Indice
Responsabilità del personale sanitario tra negligenza, imperizia e omicidio colposo
Danni durante il parto che potrebbero causare la morte del neonato
Risarcimento danni in caso di malasanità durante il parto
Quanto tempo ho per far valere i miei diritti? La prescrizione
I dati dei parti in Italia
Secondo i dati pubblicati da una recente indagine del Ministero della Salute definita “Flusso informativo del Certificato di Assistenza al Parto” (CeDAP) rilevati per l’anno 2020 l’88,2% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati. Secondo la stessa fonte, il 62,6% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui.
Pur essendo un atto naturale, il parto nel corso del tempo ha goduto dei progressi raggiunti e susseguitisi in campo medico e scientifico. Sono cambiate nel tempo tecniche e pratiche, migliorare le strutture e le competenze del personale sanitario durante la gravidanza e nel momento del parto, aggiornate le metodologie pre e post parto. Così come sono state aggiornate le strumentazioni necessarie in sala parto. Negli ultimi decenni, le strutture sanitarie hanno adottato protocolli e linee guida riconosciute dalle istituzioni mediche.
Responsabilità del personale sanitario tra negligenza, imperizia e omicidio colposo
La responsabilità per errore medico da parto è molto complessa da stabilire. Negligenza e imperizia o imprudenza sono tra le prime cause di danno da parto. Si può configurare un danno da parto nel momento in cui, per esempio, un neonato ha subito gravi danni come una percentuale di disabilità o la morte al momento della nascita. La famiglia, in questi casi, potrebbe ottenere un risarcimento danni per sostenere le spese necessarie al suo sostentamento in queste nuove condizioni. Per esempio, le spese mediche necessarie per le cure del piccolo, le spese di adeguamento dell’abitazione, le spese per l’acquisto di dispositivi medici e ausili.
In caso di danni da parto, o omicidio colposo, sono ritenuti responsabili i sanitari che hanno svolto le loro mansioni con una condotta non idonea. Ovvero, caratterizzata da negligenza, imprudenza e imperizia. Se si riscontrano queste condotte è possibile procedere nella richiesta di un congruo indennizzo per danni da parto.
Danni durante il parto che potrebbero causare la morte del neonato
Durante il parto possono verificarsi alcuni danni che potrebbero causare la morte del neonato. Vediamo i principali:
- Mancanza di ossigeno (o ipossia) che può causare danni psico motori, la morte se ancora in grembo. Questo stato di sofferenza del feto è dovuto da affaticamento durante il travaglio, dal posizionamento del cordone ombelicale intorno al collo del bambino o da problemi alla placenta.
- Flusso sanguigno ridotto al cervello e agli altri organi vitali. Se questo non viene apportato adeguatamente, per lungo tempo, o si blocca, gli organi vitali si arrestano.
3. Trauma da parto. Se il parto si rivela un parto complicato questo può trovare il personale impreparato. In questi casi, se l’ospedale non è adeguatamente preparato ad affrontare gli imprevisti e le complicazioni si creerà una situazione di emergenza e il medico potrebbe intervenire in maniera negligente. L’uso di ventosa elettrica o forcipe richiede infatti una preparazione adeguata, la giusta forza e l’uso sapiente di tali strumenti per agire senza causare danni o lacerazioni profonde al neonato e alla madre.
Altri danni da parto meno frequenti:
•Emorragia pre-parto (APH)
• Eclampsia
• Placenta previa
• Distacco della placenta
• Rottura dell’utero
• Ittero neonatale non curato
• Danni al midollo spinale
Risarcimento danni in caso di malasanità durante il parto
Nei casi di malasanità che coinvolgono le famiglie in attesa di un neonato, la richiesta di risarcimento danni viene fatta certamente con l’intenzione di evitare che quanto patito dalla propria famiglia possa ripetersi ad altri. Scongiurare che un tale dolore possa verificarsi per qualcun altro spinge molte donne e/o le loro famiglie a contattare un legale per intervenire efficacemente a loro tutela.
In caso di morte del neonato, deceduto a causa di errore medico del personale sanitario, è possibile ottenere un risarcimento danni a favore dei prossimi congiunti del nuovo nato.
Si delineano due tipologie di danni, i danni trasmissibili per eredità e i danni risarcibili “iure proprio” dai familiari.
I danni trasmissibili per eredità si dividono a loro volta in:
– Danno biologico: si tratta di un danno alla salute il quale, sebbene possa essere temporaneo, è massimo nella sua entità ed intensità (cd. danno biologico terminale) (cfr. Cass. civ, n. 18305/2003; Cass. civ. 16 maggio 2003 n. 7632);
– Danno morale: si intende la sofferenza psichica vissuta dalla vittima delle lesioni fisiche.
Mentre i danni risarcibili “iure proprio” dai familiari si dividono in:
– Danno biologico: ovvero lo stato di alterazione psicofisica di chi richiede l’indennizzo. Tale alterazione è causata dalla morte della vittima.
– Danno morale da perdita del congiunto: si collega alla violazione di un diritto di rilevanza costituzionale diverso dal diritto alla salute tutelato dall’art. 32 della Costituzione;
– Danno economico: relativo alle spese mediche per il trattamento medico del neonato, le spese collegate al suo decesso (per esempio, le spese funerarie etc.)
Quanto tempo ho per far valere i miei diritti? La prescrizione
Quando si parla di prescrizione si intende il tempo che una persona ha a disposizione per far valere in giudizio le proprie ragioni. Quindi, una volta scaduti i termini fissati dalla legge, il diritto si dice essere prescritto e non sarà più possibile far valere le proprie pretese risarcitorie in Tribunale.
Normalmente il diritto ad agire in giudizio in sede civile, al fine di farsi riconoscere il risarcimento del danno subito in seguito a un errore medico si prescriva in 10 anni. Così è stabilito dall’art. 2946 c.c. il quale afferma che per la responsabilità contrattuale “Salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione con il decorso di dieci anni”.
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