a cinque mesi dalla morte della piccola Nicole Di Pietro la vicenda giudiziaria ha subìto una svolta. E’ il mese di febbraio 2015 quando la bambina viene alla luce presso l’ospedale di Catania; sorgono subito delle complicazioni e per la piccola si rende necessario il ricovero in una rianimazione neonatale che nella struttura catanese e in quella siracusana non sono disponibili ad accoglierla. Così, a neanche un’ora dalla nascita, la neonata viene caricata in ambulanza e trasportata verso un altro ospedale. E’ in questo momento che la sua breve vita si conclude.
- Responsabilità dei medici: la Procura di Catania ha individuato tre medici
Per questa vicenda, che rientrerebbe nel numeroso elenco di casi di malasanità siciliani, di recente la Procura di Catania ha individuato i tre medici che quella notte hanno gestito la situazione: il gip di Catania ha sospeso dalla professione medica per 10 mesi il neonatologo Antonio Di Pasquale, la ginecologa Maria Ausilia Palermo e l’anestesista Giovanni Alessandro Gibiino. I tre infatti avrebbero curato il parto di Nicole alla Clinica Gibiino sarebbero i possibili responsabili della sua morte. A loro infatti viene contestato il reato di omicidio colposo e falso ideologico nella cartella clinica. Secondo la Procura infatti la documentazione prodotta dalla casa di cura sarebbe apparsa da subito “carente e complessivamente inattendibile con riferimento al decorso del travaglio, alle condizioni di salute della bambina dopo la nascita e alle manovre rianimatorie praticate”.
- Responsabilità dei medici: le intercettazioni telefoniche
Le intercettazione telefoniche inoltre segnalano “l’incompletezza del kit di emergenza neonatale in dotazione alla sala parto, con particolare riferimento alla mancanza degli strumenti necessari per la cateterizzazione del neonato, procedura indispensabile per una corretta rianimazione e stabilizzazione del bambino“.
- Responsabilità dei medici: le dichiarazioni del Procuratore
Il Procuratore in conferenza stampa afferma testualmente: “Noi riteniamo che nel momento in cui la bambina ha lasciato la clinica non aveva nessuna speranza di sopravvivenza. L’accusa che viene mossa al ginecologo di fiducia è che si sarebbe dovuto procedere con un parto cesareo d’urgenza”.
- Responsabilità dei medici: attesa per l’esito del giudizio
Vi sono altri indagati, la vicenda quindi non è ancora conclusa. Non resta che aspettare che la giustizia faccia il suo corso per vedere come andrà a finire questa vicenda.
Dott. Claudio Bonato
AL Assistenza Legale