Quiet quitting possibile in Italia? – intervista all’avv. Cominotto

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Il Quiet quitting è possibile anche in Italia? L’Europa è ultima tra i continenti per coinvolgimento sul lavoro, con una percentuale del 14% mentre l’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa, con una percentuale di engagement del 4%.

Cosa si intende con il termine quiet quitting? Quiet quitting significa “lavorare nei tempi e nei modi indicati dal contratto, senza fare straordinari o assumersi responsabilità straordinarie, e nel periodo post-pandemia questo fenomeno, non nuovo, è sempre più visibile”

Così viene definito il fenomeno sulle pagine di Wired. A fine settembre, su TikTok, l’hashtag #quietquitting aveva raggiunto in poco tempo 8,2 milioni di visualizzazioni.

Il report 2022 presentato da State of global workplace di Gallup – che annualmente elabora dati sul lavoro in varie parti del mondo – “solo il 14% dei dipendenti in Europa può essere ritenuto davvero coinvolto nella propria attività lavorativa”. Secondo la Harvard Business Review “la diffusione del fenomeno in questi mesi è strettamente correlata al fallimento dei manager nel conciliare gli obiettivi aziendali col benessere individuale e collettivo dei propri dipendenti.”

Inoltre, secondo una ricerca di TherapyChat in collaborazione con Ipsos, la condizione lavorativa condizionerebbe il benessere psicologico per ben il 46 per cento dei lavoratori.

Il Quiet quitting è possibile anche in Italia? Parte dell’intervista dell’avv. Cristiano Cominotto, presidente di A.L. Assistenza Legale, su Tele Lombardia, condotta in studio e in diretta dalla giornalista Livia Ronca.

Per contattare gli avvocati di A.L. scrivere a info@alassistenzalegale.it

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