Organizzazione e futuro dello studio legale

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Il seminario di Euroconference sul futuro dello studio legale, avvenuto a Milano in data 25 novembre 2019 presso l’Hotel Michelangelo, è stato illuminante sia per la comprensione della rivoluzione in atto nel mercato professionale sia per la rinnovata consapevolezza di quanto contino ora le nostre capacità personali di flessibilità e adattamento, organizzative e di pianificazione.

Tale seminario è stato condotto magistralmente dal formatore professionista e business coach – esperto di problem solving di comprovata esperienza anche in ambito di organizzazione dello studio legale – Mario Alberto Catarozzo.

Essere oggi aperti a contesti lavorativi mutevoli, alle novità del mondo digitale sempre in evoluzione, ed essere disponibili a collaborare con chi ha punti di vista diversi, diventa una necessità nel nuovo scenario multimediale dominato dalla tecnologia 5G e dall’Intelligenza Artificiale: tutto sta cambiamo, dal modo di organizzare lavoro e produzione, alla logistica, alle relazioni interpersonali, ai tempi di risposta. Il Web 4.0 e la Blockchain, che interessano tutti i settori dell’economia, saranno i grandi protagonisti di questo futuro anche nelle professioni legali.

Vari sono stati gli argomenti affrontati, anche non specifici dello studio legale, perché ogni miglioramento riguarda noi stessi (self-improvement) come persone positive e efficienti prima ancora che come professionisti:

  • serve una nuova mentalità
  • essere manager di sé stessi
  • la gestione organizzata dei collaboratori
  • la gestione organizzata delle attività
  • più tempo libero e meno stress
  • 5G, software e cloud al servizio della professione

Il tutto illustrato da significative slides visibili a questo link.

Ho detto illuminante, anche per me, perché mi piace sempre stupirmi pure delle cose che avevo già previsto con largo anticipo: sono già dieci anni che parlo e scrivo in convegni e su varie riviste dell’Intelligenza Artificiale, di Internet of Everything, dell’esito ineluttabile dell’Internet of Thing, grazie alla nuova tecnologia 5G e all’interazione con la Blockchain.

Ora il professionista di oggi deve – e può permettersi di – essere sia un tecnico, sia un manager, sia un imprenditore, al fine di operare anche in mobilità (smart working) nelle 4 aree fondamentali per il business development: – public relations, – marketing, – autorale, – public speaking.

Campeggia sempre, nella prima pagina del mio sito professionale, la frase sul collegamento tra studi professionali quale a conseguenza dell’ampiezza dello scibile giuridico e delle inevitabili specializzazioni. E tale modalità operativa diventa ora da funzionale necessariamente strutturale: sia il modello atomistico, eminentemente rappresentato dall’esimio genitore (www.aldobonomo.it), che quello dello studio professionale associato, in cui i singoli collaboratori non vengono valorizzati unicità come professionisti, non sono più vincenti.

Invero, il futuro è in network, come si legge in una slide, perché il collegamento comporta un risparmio di risorse, una condivisione del sapere, un’ottimizzazione dei ricavi, una migliore specializzazione e una maggiore competitività.

Questo modello di network professionale, che avevo anticipato in teoria, ha già avuto un’anticipazione nella pratica grazie all’intelligenza imprenditoriale dell’avv. Cristiano Cominotto, fondatore di A.L. Assistenza Legale. Al XVII Convegno Nazionale di A.L. avvenuto a Milano il 16 novembre 2019, si è fatto un bilancio e si sono tracciati i solchi dello studio legale del futuro.

Vorrei, con queste brevi riflessioni, non riassumere il convegno bensì stimolare a guardare in avanti con ottimismo. A tale proposito richiamo la frase di Montaigne, citata da Catarozzo, a significare la dimensione in cui spesso ci rifuggiamo per non cambiare mentalità: “La mia vita è stata piena di terribili disgrazie, la maggior parte delle quali non si è mai verificata”.

L’immaginazione e l’ansia sono due importanti risorse in noi che, se lasciate alla guida della nostra vita senza controllo, possono giocarci brutti scherzi e portarci anche alla rovina.

Voglio dire che pensare e immaginare il peggio sarà pure un istinto naturale, a volte utile e adattativo, preparandoci a ipotesi di accadimenti infausti, ma quando il modo di pensare negativo diventa parte del nostro cervello, diventandone il padrone, allora dobbiamo fermarci e riflettere. Le cose potrebbero andare sia bene, che male, non possono andare sempre e solo male, lo stesso buon senso ce lo dice, e ce lo conferma la statistica.

Se il nostro cervello riesce a rimandarci sempre e solo previsioni negative e immagini di sciagure, arriviamo poi all’assurdo in cui siamo infelici anche quando avremmo tutte le condizioni per essere felici, perché non osserviamo la realtà ma viviamo in una nostra matrix creata dalle nostre paure.

La migliore strategia di organizzazione di uno studio legale inizia da noi stessi, cambiando il modo di pensare, condividendo i valori della nostra professione, che resta eminentemente intellettuale, e aprendoci alla mutazione digitale che tali valori accentua in una prospettiva di condivisione.

Avv. Giovanni Bonomo – Diritto 24

Organizzazione e futuro dello studio legale,
articolo di Giovanni Bonomo

 

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