Si è concluso con una condanna ad un anno e otto mesi e un risarcimento danni milionario il processo presso il Tribunale di Vicenza per un incidente sulla pista da sci che ha causato il decesso di una giovane promessa dello sport a soli 14 anni sul comprensorio sciistico dei Fiorentini.
L’imputato era un ingegnere trentino, delegato alla sicurezza dell’azienda che ha in gestione gli impianti dove l’8 gennaio 2011 è avvenuto l’incidente sulla pista da sci.
Il quattordicenne, originario di Tonezza del Cimone e promessa dello sci italiano, nonostante portasse il casco, era morto sugli sci sul colpo a seguito di uno schianto contro un masso dopo essere finito fuori pista.
La causa di morte è stata confermata anche dall’autopsia, dal cui esito si può evincere che il giovane ragazzo era morto sugli sci proprio a causa del violento impatto contro la suddetta roccia.
Secondo il giudice del Tribunale di Vicenza, se fossero state posizionate le reti di protezione previste dal progetto della pista (approvato in Regione) nel punto in cui il ragazzino uscì dal tracciato, quest’ultimo avrebbe potuto salvarsi.
Questo il motivo per il quale l’ingegnere trentino ha dovuto rispondere dell’accusa di omicidio colposo. Secondo l’accusa era infatti sua la responsabilità dell’applicazione del piano approvato in Regione e, in quanto responsabile della sicurezza, avrebbe dovuto controllare che la rete di protezione fosse stata posizionata in quel tratto della pista dove quel giorno il giovane sciatore, a causa della fitta nebbia, ha perso l’orientamento ed è finito fuori pista subendo un incidente sulle piste.
Come detto, le protezioni erano previste nel progetto che la Regione aveva approvato per concedere l’autorizzazione alla apertura della pista, ma non risultavano più presenti nel progetto esecutivo e tanto meno nell’applicazione del piano iniziale.
Il PM onorario aveva chiesto per l’ingegnere una pena a due anni e mezzo di reclusione, il Giudice ha invece emesso una condanna a un anno e otto mesi, con però la sospensione condizionale e la non menzione.
Ma il legale dell’ingegnere, ha già dichiarato che ricorrerà in Appello. “Non c’era bisogno di protezioni in quel punto, – ha affermato l’avvocato difensore – lo aveva detto lo stesso progettista, nel 2010, considerando il fatto che la situazione morfologica era cambiata, e lo ha ribadito l’addetto della Provincia sentito in aula”.
Il Giudice ha inoltre stabilito un risarcimento danni per l’incidente sulla pista, anche a carico della la società, di un milione e duecentosessantamila euro per i parenti del ragazzo morto sugli sci, i quali si sono costituiti parte civile tramite i propri avvocati.
Più di un milione di euro di risarcimento danni per l’incidente sulla pista da sci, dei quali 350 mila euro a ciascun genitore, 210 mila a ognuno dei due fratelli e 140 mila in tutto per i due nonni. Come responsabile civile era già stata chiamata in causa la società titolare dell’impianto, la cui assicurazione aveva già versato un anticipo di 550 mila euro.
Sono invece già stati risarciti interamente i genitori della ragazzina padovana di 13 anni, amica dello sventurato giovane sciatore vittima dell’incidente sulla pista da sci, la quale quel pomeriggio era finita fuori dal tracciato insieme a lui. La tredicenne riportò una frattura a una gamba, con una prognosi di quaranta giorni, per la quale l’assicurazione dell’azienda che ha in gestione le piste da sci ha già provveduto a liquidare il risarcimento danni per un’invalidità del dieci per cento.
Fonte dichiarazioni: Corriere.it
Dott. Claudio Bonato
AL Assistenza Legale
Incidente sulla pista