Incidente con pedone che attraversa fuori dalle strisce

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INDICE – Incidente con pedone che attraversa fuori dalle strisce
I dati
Attraversamento della strada del pedone: la legge
Il diritto di precedenza dei pedoni
Attraversamento in prossimità alle strisce pedonali
Violazione della norma cautelare alla sicurezza del pedone: responsabilità penale
Chi ha diritto a un risarcimento danni per un incidente con un pedone?

Incidente con pedone che attraversa fuori dalle strisce

I dati – Incidente con pedone che attraversa fuori dalle strisce

Gli ultimi dati sugli incidenti stradali che coinvolgono pedoni sulle strisce pedonali sono ancora allarmanti. Nel 2020, secondo i dati del Ministero dell’Interno, si sono verificati 1.567 incidenti stradali in cui un pedone è stato coinvolto mentre attraversava sulle strisce pedonali. Di questi, purtroppo 143 sono stati fatali e hanno causato la morte di una o più persone. Dal 2020, sono stati registrati 240 pedoni morti in incidenti stradali in Italia, secondo le stime fornite da Istat.

Pur essendo una diminuzione rispetto all’anno precedente, il numero rimane comunque alto e sottolinea l’importanza di adottare comportamenti sicuri sulla strada e di avere una guida attenta e rispettosa delle regole.

L’incidentalità stradale dunque rappresenta ancora una grave problematica in Italia, e gli incidenti che coinvolgono pedoni sulle strisce pedonali costituiscono una delle maggiori cause di mortalità sulle nostre strade. Per questo motivo, è importante che tutti gli utenti della strada rispettino le norme del Codice e si comportino con la massima prudenza per garantire la sicurezza di tutti. Chi non dovesse attenersi alle norme vigenti per la circolazione sulle strade e dovesse con la sua condotta causare danni a altre persone, avrà la responsabilità di risarcire quanto da lui cagionato alle vittime.

Incidente con pedone che attraversa fuori dalle strisce

Attraversamento della strada del pedone: la legge

Va immediatamente specificato che l’art. 191 del Codice della Strada stabilisce che il pedone che sta attraversando sulle strisce pedonali ha diritto alla precedenza sui veicoli, nell’articolo si legge infatti:

“…i conducenti devono dare la precedenza, rallentando gradualmente e fermandosi, ai pedoni che transitano sugli attraversamenti pedonali o si trovano nelle loro immediate prossimità. …”

A regolamentare l’attraversamento dei pedoni è inoltre l’art. 190 del Codice della Strada. Questo articolo stabilisce gli obblighi dei pedoni sulle carreggiate a due sensi di marcia e sul margine destro rispetto alla direzione di marcia dei veicoli quando si tratta di carreggiata a senso unico di circolazione.

L’articolo 190 del Codice della strada riguarda anche il comportamento dei pedoni e prevede che, se le strisce pedonali si trovano a meno di 100 metri da loro, i pedoni devono fare necessariamente qualche passo in più e raggiungerle mentre, se e solo se esse sono più lontane di 100 metri, possono attraversare lì dove sono, prendendo tutte le cautele del caso.

Il pedone che attraversa la strada al di fuori delle strisce pedonali ha infatti l’obbligo di dare la precedenza ai veicoli e, in caso di investimento, il comportamento del pedone diventa concausa del sinistro. In ogni caso, l’automobilista ha sempre la responsabilità di guidare con prudenza e di evitare il più possibile il verificarsi di incidenti. In caso di investimento di un pedone, l’automobilista rischia una sanzione penale e una sanzione amministrativa, oltre a dover riconoscere un congruo risarcimento per i danni che avrà cagionato.

Il diritto di precedenza dei pedoni

Gli incidenti stradali che coinvolgono i pedoni sono una triste realtà che si verifica troppo spesso. Questi incidenti possono avere conseguenze gravi, a volte anche fatali, per i pedoni che si trovano sulla strada. Molte di queste vittime sono bambini e anziani, che sono particolarmente vulnerabili al traffico. I pedoni vittime di incidenti stradali e i parenti, in caso di decesso, hanno diritto a un risarcimento dei danni subiti.

Le cause degli incidenti stradali con i pedoni possono essere molteplici:

  • mancato rispetto delle norme del codice della strada da parte degli automobilisti,
  • mancanza di segnaletica adeguata o all’assenza di attraversamenti pedonali sicuri,
  • eccesso di velocità,
  • distrazione degli automobilisti.

Incidente con pedone che attraversa fuori dalle strisce

Abbiamo già detto che il pedone sulle strisce ha il diritto di precedenza. Per capire cosa si intende per strisce pedonali basta leggere l’articolo 145 del Codice della Strada, il quale fornisce una descrizione delle «zebrature con strisce bianche parallele alla direzione di marcia dei veicoli, di lunghezza non inferiore a 2,50 m, sulle strade locali e su quelle urbane di quartiere, e a 4 m, sulle altre strade; la larghezza delle strisce e degli intervalli è di 50 cm».

In base a quanto stabilito dal Codice della Strada italiano precedentemente illustrato (art. 190 e 191), i conducenti sono tenuti a dare la precedenza ai pedoni in presenza di attraversamenti pedonali non regolati da semafori o agenti di polizia. In questi casi, gli automobilisti devono rallentare gradualmente fino a fermarsi per permettere ai pedoni di attraversare in sicurezza. Inoltre, qualora un automobilista debba svoltare in un’intersezione dove si trova un attraversamento pedonale, è tenuto a dare la precedenza a chi sta attraversando o si trova nelle immediate vicinanze dell’attraversamento stesso.

In estrema sintesi, l’obbligo di dare la precedenza ai pedoni vale sempre quando nulla impedisce loro di attraversare sulle strisce pedonali, anche in assenza di segnali di stop o di semafori pedonali.

Incidente con pedone che attraversa fuori dalle strisce

Attraversamento in prossimità alle strisce pedonali

Come abbiamo detto, il diritto di precedenza del pedone si estende anche in prossimità delle strisce pedonali. Questo perché le strisce rappresentano una segnalazione circa la possibile presenza di pedoni, e quindi i conducenti di veicoli devono tenere una condotta di guida prudente, vista la possibilità dell’attraversamento e la vulnerabilità delle persone che si trovano a piedi nel traffico stradale.

Tuttavia la giurisprudenza, in estrema sintesi, ha precisato che la valutazione della condotta dei soggetti coinvolti in un incidente stradale non deve essere limitata alla sola vicinanza delle strisce pedonali, ma deve considerare il contesto complessivo.

In particolare, in una situazione di scarsa visibilità, il pedone è tenuto ad attraversare ponendosi sulle strisce o in loro estrema prossimità, per garantire la propria sicurezza e quella degli automobilisti. Si dovrà però tenere conto che l’obbligo di attraversare sulle strisce viene temperato nei casi in cui vi sia un’ampia visibilità delle zebrature. In tal caso, il pedone può passare a distanza maggiore dalle strisce se la visibilità delle stesse è conclamata.

È importante ricordare che il pedone è tenuto a osservare prudenza nell’attraversamento delle strade, quest’ultimo deve essere considerato parte vulnerabile del traffico e che ogni automobilista ha il dovere di prestare particolare attenzione alle esigenze di sicurezza dei pedoni.

In questo senso, se il pedone attraversa la strada vicino alle strisce pedonali e viene investito da un’auto, la responsabilità dell’incidente potrebbe ricadere sull’automobilista, se quest’ultimo non ha rispettato le norme del codice della strada e non ha concesso la precedenza al pedone.

Violazione della norma cautelare alla sicurezza del pedone: responsabilità penale

La violazione della norma cautelare che impone di effettuare l’attraversamento della carreggiata sulle strisce da parte del pedone può essere considerata una colpa in ambito penale. Questa colpa è caratterizzata dalla mancanza di volontà del fatto materiale tipico e si compone di due dimensioni: oggettiva e soggettiva. La dimensione oggettiva consiste nella violazione della regola cautelare che mira a tutelare determinati beni giuridici, mentre la dimensione soggettiva riguarda l’attribuibilità dell’inosservanza al soggetto agente.

In base al principio di colpevolezza, bisogna verificare se l’evento dannoso era prevedibile ed evitabile ex ante. Si parla quindi della concretizzazione del rischio, ovvero di valutare se l’evento di danno che la regola cautelare mira ad evitare si è verificato. In sede penale, per dichiarare la responsabilità del soggetto agente, è necessario dimostrare non solo se la sua condotta abbia concorso a cagionare l’evento, ma anche se l’agente potesse prevedere la classe di eventi che potevano prodursi a causa della violazione.

Il giudice, nell’accertamento della responsabilità, deve valutare il cosiddetto “comportamento alternativo lecito”. In altre parole, deve verificare se il soggetto agente avrebbe potuto agire in modo diverso, seguendo un comportamento alternativo che avrebbe evitato l’evento dannoso.

In conclusione, la violazione della norma cautelare da parte del pedone può essere considerata una colpa in ambito penale. Tuttavia, per dichiarare la responsabilità del soggetto agente, è necessario dimostrare la prevedibilità ed evitabilità dell’evento dannoso e valutare se il soggetto agente avrebbe potuto agire in modo diverso, seguendo un comportamento alternativo lecito.

Chi ha diritto a un risarcimento danni per un incidente con un pedone?

Come abbiamo detto, una volta dimostrate le responsabilità in un incidente stradale e verificato se, come purtroppo spesso accade, la vittima del sinistro è il pedone, il conducente del veicolo interessato sarà tenuto a risarcire i danni causati al pedone.

Il risarcimento comprenderà tutti i danni fisici subiti dal pedone vittima dell’incidente. Per calcolare a quanto ammontano i risarcimenti di questi danni subiti, solitamente si utilizzano le tabelle dei Tribunali di Milano e Roma. Per approfondire il calcolo di questo tipo di risarcimenti vi rimandiamo a questo articolo.

Nello sfortunato caso di decesso in un incidente stradale, i parenti della vittima avranno diritto a un risarcimento danni. Si tratta di quello che viene chiamato danno parentale o danno da perdita parentale, è un danno non patrimoniale, che si riferisce alla sofferenza emotiva e psicologica che una persona può subire a seguito della perdita di un proprio famigliare.

Sono molti i fattori che concorrono a determinare l’entità di questo tipo di danno. Partendo dal tipo di relazione parentale che intercorre tra la vittima e la persona che chiede il risarcimento. Ma anche l’età della persona al momento della morte, e altri fattori più specifici e anche relativi alla sfera psicologica. Va soprattutto ricercata l’esistenza di un rapporto profondo e costante tra i parenti interessati e la vittima, dimostrando un effettivo legame affettivo.

Su quando i parenti abbiano diritto a ottenere un risarcimento dei danni per la perdita di un proprio congiunto e come questo debba essere calcolato la legge fa riferimento soprattutto agli  art. 1226  e art. 2056 del Codice Civile.  La legge utilizza un sistema definito di liquidazione equitativa, qualora il danno non possa essere “provato nel suo preciso ammontare”. Per approfondire cosa prevede la legge sul danno parentale vi suggeriamo questo articolo.

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