Il decesso del paziente

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Una donna sessantunenne con problemi di peso sarebbe morta a seguito di una sonda gastrica estratta in ritardo che avrebbe lacerato l’esofago provocando il decesso del paziente.

A scatenare il caso e a far partire le indagini della procura, era stata la querela del compagno e del figlio della donna, ai quali il tribunale ha riconosciuto un risarcimento danni provvisionale di cinquanta mila euro a ognuno dei due. Ma il caso non finisce qui, infatti i profili di responsabilità che hanno portato a tre sentenze di condanna e ai conseguenti altrettanti rinvii a giudizio, pronunciati dal gup del tribunale di Monza Anna Magelli nei confronti di medici e infermieri della Multimedica di Sesto San Giovanni, non si fermano all’errore medico. In aggiunta al reato di omicidio colposo, vengono contestati i reati di falso e di soppressione di atti.

In sostanza, gli imputati sono accusati a vario titolo di aver distrutto parte della cartella clinica relativa al ricovero e allo sfortunato intervento subito dalla signora, e di aver redatto falsi documenti medici per mascherare l’accaduto. Il tutto per coprire gli errori che avrebbero causato il decesso del paziente. Sono stati condannati un’anestesista di 52 anni e un infermiere di 44 (i quali hanno scelto il rito abbreviato) a 2 anni e 8 mesi, e 1 anno e 10 mesi con la condizionale. Ha invece patteggiato un’altra infermiera di ventinove anni, anche per lei un anno e 10 mesi, con però pena sospesa. La stessa scelta, quella del patteggiamento con sospensione condizionale, era stata operata in precedenza da un’altra infermiera di sessantanove anni. Il processo è stato fissato ad aprile 2015, per il medico che posizionò la sonda gastrica nel settembre 2010, per il chirurgo che operò la donna all’esofago, e anche per l’altra anestesista accusata di aver redatto un atto parzialmente falso, entrato a far parte della cartella clinica.

Il palloncino gastrico, era stato rimosso dopo sette mesi e mezzo dal suo posizionamento, quindi, secondo le accuse, un mese e mezzo dopo il termine massimo rispetto agli usuali tempi massimi di permanenza della protesi. Ciò avrebbe causato la lacerazione dell’esofago e conseguente il decesso del paziente della Multimedica di Sesto San Giovanni. Il risarcimento danni ai parenti, compagno e figlio, è già stato quantificato in una provvisionale di cinquanta mila euro ciascuno, restano da verificare le responsabilità mediche degli indagati, rinviati a giudizio ad aprile 2015.

Avv. Cristiano Cominotto

Dott. Claudio Bonato

AL Assistenza Legale

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