Errori durante esami di routine: quando una donna matura sente che qualcosa non va, sa che è buona norma non posticipare una visita dal proprio medico di fiducia. E’ in questo modo che deve aver pensato di agire la signora Rosella Blasotta, cinquantaseienne madre di famiglia.
Errori durante esami di routine: i sintomi
I dolori al petto e un susseguirsi di altri piccoli “acciacchi” l’hanno portata in un primo momento ad incontrare il suo medico di famiglia il quale, dopo averla visitata, le ha consigliato di effettuare una visita cardiologica, per appurare l’origine del suo malessere ed avere così modo di curarlo.
Errori durante esami di routine: la biopsia miocardica
Anche in questo ennesimo presunto caso di malasanità, aleggia la convinzione che l’accertamento a cui la donna è stata sottoposta sarebbe dovuto essere uno dei tanti esami di routine, una tra le pratiche consolidate e standard per ogni reparto di cardiologia. La biopsia miocardica, l’esame affrontato dalla donna romana, consta nell’analisi al microscopio delle cellule miocardiche alla ricerca di segni d’infiammazione o l’accumulo di sostanze. Quest’analisi dovrebbe essere eseguita con un rischio molto basso per il paziente: le rarissime complicazioni sono in genere dovute ad aritmie gravi, ad un arresto cardiaco, o ad un ematoma nella sede della puntura, oppure alla biopsia stessa e quindi alla possibile perforazione del cuore.
La signora romana, conscia di sottoporsi a un esame considerato di routine seppure riguardante un organo molto delicato, il 18 marzo 2015 entra all’ospedale San Camillo–Forlanini, invitata ad effettuare il controllo al cuore dal suo medico curante.
Errori durante esami di routine: i fatti
Alle 8.30 entra in sala operatoria, la stessa dalla quale uscirà il medico appena 20 minuti dopo l’inizio dell’esame. I famigliari presenti in ospedale, pronti a sostenerla al termine dell’operazione, certamente non si aspettavano di scontrarsi con il viso crucciato di chi ha in cura il proprio famigliare e probabilmente non è latore di buone notizie. Dopotutto, come detto, la biopsia miocardica non è certo tra gli accertamenti più rischiosi della chirurgia moderna. Il medico, ha annunciato ai parenti che, a 20 minuti dall’inizio dell’intervento, la situazione clinica della signora Rosella Blasotta aveva avuto delle complicanze.
Tre giorni dopo, il 21 marzo, anziché svegliarsi come l’inizio della stagione primaverile avrebbe romanticamente suggerito, la donna muore.
Errori durante esami di routine: i familiari
Il marito e i due figli non si rassegnano e, superato lo choc della morte della loro giovane moglie e madre, si affidano al loro avvocato. Il presunto caso di malasanità che l’avvocato contesta all’ambulatorio del San Camillo purtroppo non sarebbe nemmeno il primo del suo genere, bensì si tratterebbe del terzo caso che coinvolge una persona deceduta dopo una biopsia al cuore accaduti nel giro di poche settimane anche presso altri ospedali. Un bel daffare per la Procura di Roma.
Errori durante esami di routine: le indagini
Il caso della signora Blasotta ha spinto il Pubblico Ministero Nadia Plastina a iscrivere nel registro degli indagati cinque medici del San Camillo. Dalla prima analisi della cartella clinica emergerebbe che la donna sarebbe deceduta a causa della rottura di una vena forata durante l’esame. Ma i contorni della vicenda appaiono comunque poco chiari e sarà compito della Procura fare luce su quanto accaduto in quei tre giorni passati dalla donna entro le mura del San Camillo.
Risulta dunque fondamentale verificare se effettivamente vi sia stata la responsabilità dei sanitari e della struttura e capire in questo modo se i parenti avranno diritto a un congruo risarcimento danni.
Dott. Claudio Bonato
AL Assistenza Legale
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