E’ accaduto a una sessantanovenne a Feltre (BL), operata nel reparto di Urologia. Sembrerebbe che l’intervento si fosse svolto in modo ottimale e perfettamente riuscito, ma dopo cinque giorni, proprio nella data in cui erano state decise le sue dimissioni, la paziente è deceduta, si sostiene a causa delle cure sbagliate.
È per questo che la famiglia della donna morta nel reparto di Urologia dell’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre, si è rivolta al Tribunale di Belluno per avere giustizia e ha chiamato in causa l’Usl 2 di Feltre per il possibile risarcimento danni.
La Donna, classe 1943, era stata ricoverata per un semplice intervento chirurgico di routine a livello urologico. Dal Bassanese (VI) si era spostata fino a Feltre vista la grande fiducia che nutriva verso il medico che conosceva da tanto tempo e che opera in quell’ospedale.
L’intervento è stato effettuato con successo e tutto è sembrato andare per il meglio per la paziente. Però, secondo quanto sostenuto dalla famiglia e dagli avvocati che hanno ricevuto procura dalla stessa, sembra che alla paziente siano state effettuate delle cure sbagliate nella fase post operatoria.
La sessantanovenne, la quale soffriva di alcune specifiche patologie, avrebbe avuto necessità di uno specifico tipo di farmaci che, secondo quanto sostengono la famiglia e i suoi legali, non le sarebbero stati somministrati. Sembrerebbe che proprio a causa di queste cure sbagliate, cinque giorni dopo l’intervento, cioè esattamente il giorno in cui la donna sarebbe dovuta tornare a casa, le condizioni siano drasticamente peggiorate e la paziente sia morta nello stesso ospedale.
Il marito e le due figlie, supportati dai legali incaricati di seguire il caso, dopo aver fatto effettuare la perizia, ritengono sia provato il fatto che ci sia stata una responsabilità dello staff medico che ha avuto in cura la donna dopo l’operazione e che questa responsabilità, dovuta a cure sbagliate nella fase post operatoria, abbia portato alla morte della paziente. Invece la Usl di Feltre ritiene che non vi sia alcuna responsabilità della struttura sanitaria in questione.
Da questa situazione è derivata la causa con procedura d’urgenza, che è già stata accettata dal presidente vicario del Tribunale di Belluno. L’udienza è stata infatti fissata per il 22 gennaio 2015 e il Tribunale ha già scelto e nominato il medico che avrà la funzione di CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio, ruolo che ha la funzione di ausiliario del giudice lavorando per lo stesso nell’ambito delle precise competenze definite dal Codice di Procedura Civile. Scopo del CTU è quello di rispondere ai quesiti che il giudice formula nell’udienza di conferimento dell’incarico e di relazionarne i risultati nell’elaborato peritale che prende il nome di Consulenza Tecnica d’Ufficio).
L’udienza del ricorso per consulenza tecnica preventiva, si terrà quindi il 22 gennaio 2015. I famigliari intanto continuano a chiedere giustizia e un congruo risarcimento danni per la perdita da loro subita a causa delle cure sbagliate. Se ci sia stata effettivamente responsabilità medica o meno lo decideranno i giudici.
Fonte: Il Gazzettino.it
Dott. Claudio Bonato
AL Assistenza Legale
Cure sbagliate