Bambini al ristorante: quando il locale dice “No grazie”

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In un periodo in cui si parla sempre più di inclusività e accoglienza, alcuni ristoranti sorprendono i clienti adottando una politica inaspettata: il divieto di ingresso per i bambini. Questa scelta, pur controversa, si sta diffondendo in modo sempre più capillare, soprattutto in alcune tipologie di locali che puntano a offrire un’esperienza di dining più raffinata e rilassante.

Ma quali sono le motivazioni che spingono determinati ristoranti a vietare la presenza dei più piccoli? E quali sono le reazioni dei clienti di fronte a questa decisione?

Ne ha parlato l’avv. Rosaria Mingo, del Dipartimento Famiglia, intervistata da Tele Lombardia.

Rumore e caos in sala

La giustificazione principale addotta dai ristoratori che adottano questa politica è legata alla volontà di garantire un ambiente tranquillo e raccolto ai propri clienti adulti. I bambini, infatti, soprattutto se molto piccoli, possono generare rumori e schiamazzii che disturbano l’atmosfera del locale, rovinando l’esperienza di chi desidera una cena in santa pace. Inoltre, la presenza di bambini può talvolta creare situazioni di caos e disordine in sala, con piatti e bicchieri rovesciati, cibo sparso sul pavimento e difficoltà nel mantenere un adeguato livello di igiene e pulizia.

Da qui la scelta di alcuni ristoranti di vietare tout court l’ingresso ai minori, per offrire ai clienti adulti la possibilità di godere appieno del proprio pasto in un contesto più elegante e raffinato.

Bambini al ristorante: quando il locale dice

Reazioni contrastate

La decisione di alcuni ristoranti di chiudere le porte ai bambini non manca di sollevare reazioni contrastate tra i clienti.

Da un lato, c’è chi apprezza questa politica, ritenendola una scelta coraggiosa e necessaria per garantire un’esperienza di dining esclusiva e senza distrazioni. Dall’altro, però, non mancano le critiche di chi ritiene discriminatoria questa impostazione, che esclude arbitrariamente una parte della clientela.

In particolare, le famiglie con figli piccoli si sentono spesso poco comprese e accettate in determinati contesti di ristorazione, costrette a rinunciare a una serata fuori casa perché ritenute “sgradite” dal locale prescelto.

Bambini al ristorante: quando il locale dice “No grazie”

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