Articolo a cura dell’Avv. Anna Cinzia Pani
L’emergenza coronavirus porta inevitabilmente ad una riflessione circa l’enorme difficoltà nel denunciare i reati che si verificano all’interno delle mura domestiche in un momento di convivenza forzata per ovvie ragioni di tutela della salute. Ecco une breve guida operativa che chiarisce come agire per chi voglia denunciare un reato di violenza domestica durante l’emergenza Covid-19.
Operatività Centri Emergenza
I centri che si occupano di raccogliere le segnalazioni sono sempre operativi e mettono a disposizione mediante servizi telefonici o anche in modalità on line, e mail, videochiamate o messaggi 24 h su 24, diversi supporti di carattere psicologico, legale e non solo.
In particolare, il numero verde nazionale 1522 anti-stalking e anti violenza del Dipartimento pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri rimane sempre attivo anche durante l’emergenza ora mediante app scaricabile tramite smartphone, disponibile su IOS e Android che permette di chattare con operatrici esperte, in totale sicurezza senza essere tracciati dai propri aggressori.
Autocertificazione: stato di Necessità per chi si reca nei centri antiviolenza.
Appare senza ombra di dubbio, come anche auspicato dal Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia che possa essere compreso nello stato di necessità ed urgenza richiesto dall’autocertificazione in essere che giustifica gli spostamenti, quale motivazione per le uscite, quella di poter invocare semplicemente lo stato di necessità, al fine di poter agevolare le richieste di aiuto.
Tutela del Diritto alla Privacy per le vittime di violenza e autocertificazione
Per poter garantire una maggiore tutela, diverse associazioni impegnate nel contrasto alla violenza contro le donne, specie in situazioni per le quali quest’ultime sono state in passato vittime di reati violenti posti in essere o da ex compagni, ex mariti etc. , hanno evidenziato la necessità di un esonero per queste, dall’indicare nell’autocertificazione esattamente il luogo in cui si recano e per tali motivazioni invocare il diritto alla privacy anche precisando alle forze dell’ordine di essere state vittime in passato di violenze.
Formalizzazione delle denunce
In alcune regioni come la Lombardia, le denunce relative ai reati di violenza domestica possono essere effettuate anche in una fase successiva all’allontanamento dall’abitazione, in modo da non rendere maggiormente complicato denunciare nonostante si conviva forzatamente.
Case di Rifugio
Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha già provveduto a stanziare dei Fondi da destinare alle varie Regioni in modo da poter reperire strutture necessarie e in conformità con le misure di sicurezza di cui all’emergenza in atto, in grado di accogliere tutte quelle persone che si trovano a dover fuggire dalla propria abitazione nella ricerca di aiuto.
Trasferimento per chi maltratta
Alcune Procure, in particolare quella di Trento, ha suggerito di invertire “l’uscita di casa” e di destinarla a chi pone in atto le violenze e non a chi le subisce, spesso donne con bambini costrette a cercare nuovi alloggi. In tale direzione si è espressa anche la Cgil Nazionale, la quale chiede alle Procure dell’intero territorio nazionale di adottare la stessa linea prescelta dalla Procura di Trento, facendo uscire di casa quindi i presunti autori delle condotte violente.
Avv. Anna Cinzia Pani