Le conquiste in termini di libertà di espressione permesse dalla tecnologia digitale hanno trovato molti ostacoli in un diritto concepito, per la protezione delle opere dell’ingegno, in un contesto diverso da quello attuale e da una legge vecchia risalente al 1941.
Si è parlato fin troppo di pirateria digitale e multimediale e il dibattito dottrinario non è stato ancora sufficiente a impostare il legislatore verso adeguate soluzioni. Si parte sempre dal presupposto che l’Autore abbia sempre interesse a chiedere il riconoscimento del proprio lavoro creativo, e che, se si può rinunciare ai diritti di utilizzazione dell’opera, cedendoli, di contro alla paternità della propria creazione mai si rinuncia.
Nell’attuale contesto di informazione multimediale sembra che il modo più valido e duttile per proteggere le proprie opere, al di fuori del classico “tutti i diritti riservati”, siano le licenze Creative Commons. Queste, nelle loro sei diverse articolazioni dei diritti d’autore si distinguono per la loro essenzialità ed efficacia (sei licenze CC, disponibili anche in versione italiana).
Ma non è dubbio che in una società dell’informazione senza confini come la nostra, tramite flussi di informazione che attraversano l’intero globo, verrebbe da ripensare allo stesso fondamento dei diritti proprietari, che si pongono anche come un freno allo sviluppo di un’Intelligenza Collettiva e di un’evoluzione della specie umana che cambierà radicalmente le stesse regole dell’informazione e della comunicazione.
E’ mia intensione, nello spirito di ricerca che da sempre mi contraddistingue oltre che nell’intento di promuovere il sapere e il libero pensiero, di raccogliere gli scritti e i contributi di tutti i più insigni giuristi sul tema del diritto d’autore nella comunicazione del terzo millennio nella società globale dei flussi di informazione. Scritti e articoli sul tema verranno esaminati e discussi in vista di un apposito convegno che Assistenza Legale organizzerà con il contributo di docenti universitari.
